Regione, indagato l’ex assessore Ponzoni

I pm sospettano che abbia intascato una tangente da 250mila euro per una variante al pgt di Desio. Nell’inchiesta della Procura di Monza e dell’antimafia di Milano c’è anche il nome dell’ex presidente del Parco delle Groane

Regione, indagato l’ex assessore Ponzoni

Enrico Lagattolla

Una brutta storia di mazzette e scelte urbanistiche: e sullo sfondo l’ombra della malavita organizzata e dei suoi interessi nella politica e nel mattone. Al centro dell’inchiesta l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni, che alle elezioni di due mesi fa era risultato con 11.069 preferenze, il primo degli eletti nelle liste del Popolo delle libertà di Monza e della Brianza. Un trionfo. Ma che le cose per Ponzoni, giovane leone del centrodestra lombardo, non andassero bene lo si era intuito già nelle settimane scorse quando - nonostante il pieno di voti - era stato lasciato fuori dalla nuova Giunta, perdendo la poltrona di assessore all’Ambiente occupata fino a quel momento, ed accontentandosi della carica di segretario del Consiglio regionale.
Colpa, ufficiosamente, dell’indagine per concorso in bancarotta aperta a suo carico a margine dell’inchiesta sulla bonifica dell’area di Santa Giulia, a Milano. Ma da tempo si diceva che i problemi giudiziari per il brillante Ponzoni fossero solo agli inizi, e che gli investigatori stessero lavorando ad altre e ben più pesanti ipotesi di reato nei suoi confronti.
Ed ecco che - dallo stretto riserbo che circonda la vicenda - trapela la conferma di quelle voci: Ponzoni è indagato per corruzione. A condurre l’inchiesta il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Walter Mapelli. L’avviso di garanzia è stato notificato la scorsa settimana dai miliari della guardia di finanza. Ma - ed è il dettaglio più inquietante - l’inchiesta è gestita da Mapelli insieme ai suoi colleghi del pool antimafia della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Significa che a venire ipotizzata a carico dell’ex assessore non è una ordinaria storia di malcostume amministrativo, ma qualcosa di peggio, qualcosa che investe il delicato tema dei consensi elettorali e dei rapporti di Ponzoni con la forte e radicata comunità calabrese della Brianza. Una comunità radicata, compatta, onesta. Ma con al suo interno - fin dal tempo dei leggendari Miriadi, il clan che regnava su Vimercate e che venne seminato alla fine degli anni Ottanta - una presenza dei clan della ’ndrangheta.
È su questi soggetti, e in particolare sul clan Iamonte-Moscato che le procure di Milano e Monza stanno conducendo da oltre un anno una indagine assai vasta. Nell’ambito di questa indagine sono emersi i nomi di Ponzoni e di un altro personaggio assai in vista della politica brianzola: Rosario Perri, un geometra calabrese, a lungo in servizio all’ufficio tecnico del Comune di Desio, che solo in tarda età ha compiuto il salto di qualità scegliendo la politica nei ranghi del Pdl e diventando dapprima presidente del Parco delle Groane e poi assessore nella nuova provincia di Monza. A Perri è andata una delle deleghe più ambite, quella al Personale, agli Affari generali e alle società partecipate. Di Ponzoni, Perri è stato uno dei grandi elettori alle ultime regionali: «Gli dobbiamo riconoscenza e dobbiamo assegnargli il massimo delle preferenze» aveva detto inaugurando la sede di Desio del comitato a sostegno del candidato Pdl.
Ponzoni, sia come assessore regionale che come coordinatore del Pdl locale, ha sempre avuto molta voce in capitolo nelle scelte rilevanti della politica e dell’urbanistica brianzola. Ed è in relazione ad alcune di queste scelte che sarebbe scattata l’incriminazione per corruzione per un pagamento di 250mila euro da parte di un gruppo interessato all’operazione e a sua volta collegabile alle cosche.

Di una operazione urbanistica su un area in via Molinara, a Desio, si parlava in alcune intercettazioni realizzate nel 2008 in cui tale Fortunato Stellitano, poi arrestato per associazione mafiosa, tranquillizzava gli interlocutori: «Martedì vado a trovare Massimo che è assessore all’ambiente, mi faccio fare lo svincolo ed è a posto».

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