Retata dei carabinieri per il depuratore che uccide il mare

Retata dei carabinieri per il depuratore che uccide il mare

(...) di euro, ma che non ha mai funzionato a dovere e non è stato mai «autorizzato dalla Provincia di Genova». Come conferma il colonnello Andrea Guglielmi, comandante reparto territoriale. Nonostante questo il Comune non è mai intervenuto per metterlo a norma e ha continuato a farlo scaricare in mare. Il sequestro preventivo del depuratore è stato disposto dal tribunale di Genova, a conclusione delle indagini dei carabinieri del Noe e dei tecnici dell'Icram (istituto centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare), che hanno riscontrato nello specchio acqueo prossimo al depuratore sostanze inquinanti in concentrazioni elevatissime, sia nei sedimenti, che negli organismi marini.
E c'è di più, dal momento che gli esami autoptici sui pesci hanno evidenziato gravi alterazioni e lesioni con compromissione della morfologia e della funzionalità degli organi. Oltre a un elevato grado di contaminazione microbica del tessuto muscolare e della cute. Ce n'è abbastanza per parlare di danno ambientale e pericolo alla salute umana, in quanto i cefali, diffusissimi in area portuale, costituiscono proprio il cibo di altre specie destinate all'alimentazione umana. Di qui il sequestro dell'impianto nel quale confluiscono i reflui urbani dell'attività industriale e artigianale di oltre 130 mila abitanti.
Da quanto si è appreso, oltre al sequestro i giudici hanno autorizzato, con un provvedimento specifico, la prosecuzione dei lavori di adeguamento del depuratore, per metterlo a regime. E per evitare che l'impianto, che oggi non attua alcun trattamento degli scarichi se non con una grigliatura sommaria, possa «ulteriormente aggravare il danno ambientale e il pericolo per la salute umana», sottolinea Antonino Sgrò, comandante del nucleo operativo ecologico dei carabinieri.
L'indagine condotta dai suoi uomini era iniziata nell'aprile 2004 seguendo la segnalazione della compagnia della stazione aeroporto di Genova, poco distante dal porticciolo del circolo nautico di Sestri Ponente. In quella circostanza i carabinieri del nucleo operativo ecologico avevano rilevato una grande moria di pesci. Nelle stessa area i consulenti dell'Icram oggi hanno riscontrato la presenza di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e policlorobifenili in grandissime quantità. Dalle analisi sui campioni prelevati in prossimità dello scarico fognario è emersa una grave situazione di pericolo ambientale. Resta - al momento - fuori dai provvedimenti giudiziari il percolato della discarica di Scarpino, convogliato fino alcuni mesi nello scarico del depuratore di Sestri, dopo che il sindaco Pericu lo aveva fatto spostare sull'impianto di Cornigliano.

A tal riguardo, la magistratura avrebbe deciso di separare il procedimento e stralciare la posizione del sindaco.
Un’inchiesta che comunque proseguirà per accertare eventuali altre responsabilità e disfunzioni del sistema di depurazione delle acque genovesi.

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