Ricatti con foto osé: Eros e Totti hanno pagato

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Anche il bomber Francesco Totti si piegò ai ricatti del fotografo Fabrizio Corona. Tanto che i collaboratori del calciatore versarono diverse decine di migliaia di euro (circa 30mila) per acquistare foto e negativi che lo ritraevano mentre baciava Flavia Vento. Il tutto poco prima del matrimonio con Ilary Blasi.
Il bacio proibito di Totti
È questo uno degli elementi chiave nelle accuse che il pm John Henry Woodcock ha finora raccolto sul collaboratore e amico di Lele Mora. Uno dei dieci casi di presunta estorsione che vedrebbero in Corona la figura centrale di un’organizzazione capace di contare su complicità tra paparazzi, cronisti e i rapporti super-amicali con alcuni direttori. Caso esemplare quello del giornalista di un settimanale che chiamava spesso Corona e Mora per poi rivolgersi al vip di turno: «Sa ho qui delle sue foto compromettenti che vorrei pubblicare... però a pensarci bene per evitare lo scandalo, le potrebbe magari interessare un acquisto...». Michelle Hunziker, invece, ha raccontato che Eros Ramazzotti avrebbe versato a Corona «non ricordo se 30 milioni di lire o 30.000 euro» per comprare delle foto, scattate all’inizio della carriera, in cui appariva senza veli. La soubrette, poi, ha scombinato le carte con un colpo di scena a «Striscia la notizia». «Per queste foto - ha detto - mi hanno chiesto dei soldi, ma io non ho pagato». Non si sa, però, se siano le stesse che Ramazzotti ha comprato o altre. I pm, comunque, confermano la sua testimonianza.
Il no di Bobo Vieri
Una situazione di ricatto vissuta e respinta anche da Bobo Vieri come lo stesso ha raccontato agli inquirenti dello Sco e della squadra mobile di Potenza: «Io non sono né sposato né fidanzato - ha detto agli investigatori -. Non me ne fregava niente che uscissero quelle foto. Gli ho fatto una faccia così e l’ho mandato via». Respinte le richieste, invece, da parte di Adriano, di Stefano Ricucci e Anna Falchi e di Manuela Arcuri. Da parte sua Totti è invece cascato dalle nuvole, sostenendo di non sapere nulla di questo ricatto. A questo punto sono state convocate anche alcune persone di fiducia del calciatore della Roma. Che avrebbero addirittura confermato: Corona è stato pagato. Per l’accusa, il fotografo utilizzava tecniche collaudate. Mandando in missione le ragazze più audaci che «assaltavano» i vip e li baciavano in pubblico. Da qui le foto in esclusiva da vendere sul mercato oppure al malcapitato: tra le 6 e i 25mila euro a servizio. Insomma, come già emerso martedì il capitolo delle estorsioni sembra quello più consistente di tutta l’indagine. Vieri e Totti sono i primi due casi, ma altri 7-8 sono considerati già «provati» dagli investigatori. Con le «vittime» che hanno confessato di aver pagato Corona perché non pubblicasse le foto.
La fuga di notizie
Lele Mora manterrebbe invece una posizione più sfumata dopo che le indiscrezioni dei primi giorni lo davano come grande cospiratore fra tratte di ragazze e stupefacenti. È possibile? «La fuga di notizie ha penalizzato le indagini», commenta un inquirente, quando, invece, ci sarebbe forse da chiedersi chi e perché ha passato queste frammenti di indagini ad alcuni quotidiani. Di sicuro le richieste cautelari sul tavolo del pm Woodcock sono state depotenziate. Mora continua a negare tutto: «Da anni faccio questo lavoro e sempre in maniera eccellente. Non sono la persona che è stata descritta in questi giorni dai giornali e dalla tv. Non ho fatto niente di tutto ciò».
Finto il 70% degli scoop
In modo per certi versi coraggioso e netto si chiama fuori dal supermarket delle notizie costruite e del circuito di Mora Luciano Regolo, direttore di Novella 2000. «Il mio giornale, prima e dopo di me, non ha mai trattato con Lele Mora. Il grosso del business oggi è gestito da grandi agenzie, il che rende difficile il controllo. Si sa che il gossip può essere utilizzato come arma di rivalsa ma se si fanno le verifiche la coscienza deontologica è pulita. Certo il 70% degli scoop fotografici o è concordato o è frutto della complicità di una parte interessata.

Da parte nostra abbiamo fatto un'ironica denuncia delle dietrologie del gossip. Per quel che mi riguarda le notizie preferisco trovarmele: non mi piace il concetto di fabbrica degli scoop».
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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