Rifiuti, l’Europa «bacchetta» il Lazio

Roma come Napoli. Il rischio che capitale e provincia vivano un’emergenza rifiuti come quella campana non è poi così remoto. Il Lazio, infatti, non ha un piano di gestione dell’immondizia. Per questo la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione e inviato un «primo avvertimento all’Italia» per la mancata esecuzione da parte del Lazio della sentenza della Corte di giustizia che, nel giugno del 2007, aveva condannato l’Italia per non aver adottato i piani regionali per la gestione dei rifiuti. Da allora tutte le regioni si sono adeguate, tranne il Lazio.
Dopo il secondo avvertimento, se l’Italia non si conformerà, Bruxelles potrà chiedere alla Corte di Giustizia che vengano inflitte delle multe. Bruxelles ha avviato la procedura nonostante le autorità italiane abbiano informato la Commissione che sono stati adottati provvedimenti per l’adozione del piano del Lazio. Provvedimenti che finora non hanno ottenuto alcun risultato, ha replicato l’esecutivo Ue. Il commissario dell’Unione europea all’ambiente Stavros Dimas ha stigmatizzato le minacce per l’ambiente e per la salute risultanti da una gestione inadeguata dei rifiuti. «Occorre - commenta il commissario - che l’Italia dia priorità all’elaborazione di piani efficienti di gestione dei rifiuti in Campania e Lazio, nonché alla realizzazione delle infrastrutture di raccolta e di trattamento necessarie per attuarli correttamente». Il presidente della Regione Piero Marrazzo ora, grazie alla mediazione di Franco Frattini, uno dei cinque presidenti della Commissione europea, vuole parlare con Dimas per spiegargli perché si è arrivati all’avvertimento da parte di Bruxelles. Marrazzo prova a scaricare su altri le responsabilità, affermando che il piano rifiuti della precedente giunta di centro-destra guidata da Francesco Storace era solo «virtuale».
Il sindaco Gianni Alemanno ha detto di essere molto preoccupato per il problema dello smaltimento dei rifiuti a Roma: «L’avvertimento che l’Ue ha inviato alla Regione suona come un ultimo treno prima che anche il Lazio finisca come la Campania. Per questo ritengo necessario l’incontro che il presidente Marrazzo ha auspicato di programmare insieme al presidente della Provincia Nicola Zingaretti al fine di lavorare, velocemente e in piena collaborazione istituzionale, per evitare problemi più seri».
«Neanche il rischio di multe da parte dell’Ue - commenta Luigi Celori, consigliere di An alla Regione - sembra smuovere l’immobilismo della giunta Marrazzo, che sulla questione rifiuti si divide e decide di non decidere. Per fronteggiare il problema servono gli impianti, urge la realizzazione di altri tre termovalorizzatori». Chiede nuovi impianti anche Fabio Desideri, coordinatore regionale della Rosa per l’Italia e consigliere della Pisana: «Finché la sinistra radicale tirerà il freno a mano, il Lazio nulla potrà contro l’emergenza rifiuti».

Interviene anche Stefano De Lillo, senatore del Pdl: «La giunta Marrazzo dia prova di orgoglio istituzionale, riferisca in consiglio, adotti il piano rifiuti ed eviti che il Lazio rimanga la pecora nera delle regioni italiane in materia di gestione dei rifiuti. Il piano rifiuti esisteva, ma la nuova amministrazione lo ha di fatto bloccato per i veti interni alla stessa maggioranza che rispondono ad interessi localistici e non generali e condivisi».

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