Rinviato a settembre il processo ai no global

Piero Pizzillo

Slitta al 26 settembre il primo e più importante dei processi collegati al G8 , quello a carico di 25 no global, alla sbarra per devastazione e saccheggio, lesioni, daneggiamenti, e che sta più a cuore ai genovesi, costretti a subire la violenza dei rivoltosi e i danni materiali e di immagine provocati dalle loro azioni criminali, quando la città venne messa a ferro e fuoco. Ieri il presidente del tribunale giudicante, Marco Devoto, sciogliendo la riserva, ha deciso d’andare a sostituire al Csm il collega veneto Lanfranco Tenaglia, dimissionario, in quanto candidato alle prossime politiche (Devoto è il primo dei non eletti, e gli spetta il posto, essendo entrambi della corrente Unicost).
Una sospensione di sei mesi, non condivisa da tutte le parti processuali. L’avvocato Umberto Pruzzo, parte civile per il carabiniere Filippo Cavataio, l’autista del Defender rimasto ferito nell’assalto de manifestanti in piazza Alimonda, ha dichiarato: «Noto con preoccupazione il dilatarsi dei tempi processuali, e osservo che per le parti civili, che attendono il ristoro dei danni, slitterà il momento del risarcimento».

Invero non v’è il rischio di prescrizione nel processo ai no global , ma ciò è ininfluente per gli «antagonisti» come Marina Cugnaschi, anarco animalista e Vincenzo Vecchi, anarco insurrezionalista, sotto processo a Genova, ma sempre in attività, come a Milano, dove sabato sono stati arrestati.

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