La riscossa di Torriglia nel nome di Manfrini

La riscossa di Torriglia nel nome di Manfrini

Come quando Vasco Rossi canta nell'ultimo album: «Ho fatto un sogno, ho visto gente che si occupava degli affari miei». Un sogno che vale una dedica. Perché quando ieri mattina il caporedattore del Giornale, Massimiliano Lussana, ha aperto alla Torriglietta, presso la sede del Parco dell'Antola, il dibattito organizzato dal candidato regionale Sergio Cattozzo (Pdl) sul futuro della Val Trebbia, lo ha fatto ricordando «un lettore straordinario» del Giornale scomparso da pochi giorni, Ferdinando Manfrini. «Non solo Manfrini ha scritto molte lettere che abbiamo pubblicato per parlare di questi paesi, ma è stato sempre lui a organizzare due anni fa (30 settembre 2008, ndr) il primo incontro per parlare del futuro dei comuni che da Torriglia scendono verso Piacenza», ha ricordato Lussana spiegando che «il sogno di Manfrini era proprio che a quell'incontro ne seguissero altri». Perché a intonare le parole di Vasco Rossi, questa volta sono tutti i comuni della Val Trebbia uniti nella speranza che un giorno amministratori provinciali e regionali saliranno per la Statale 45 e inizieranno a occuparsi della Valle «più bella e verde della provincia, e che ha il fiume considerato il più pulito d'Italia», non esita a definirla il sindaco di Fascia, Elvio Varni.
Un sogno che forse inizia a realizzarsi, ha detto il caporedattore del Giornale, Massimiliano Lussana. Perché nel territorio i problemi sono tanti. E il principale, in una valle priva si sistema ferroviario, si chiama Statale 45, ha spiegato Daniela Segale della locale Pro Loco che sta organizzando una puntata di Linea Verde interamente dedicata alle bellezze naturali e storiche della Valle. Una storia iniziata nel dodicesimo secolo, racconta l'ex assessore alla cultura di Torriglia, Mauro Casale, con una curiosità: «nel 1858 un gruppo di famiglie di Torriglia come i Maggiocalda e i Crosiglia è andato a Palazzo Ducale per realizzare una strada di collegamento con Genova e nel 1870, dopo soli 12 anni, il tracciato fino a Torriglia era già concluso». E da allora ben poco è stato fatto contribuendo a un isolamento che ha decimato la popolazione «portando il paese di Gorreto da 1500 a circa 150 abitanti», interviene il sindaco Sergio Cappelli che come riferimento per il confronto si rifà al 1945, quando cioè il corrispondente di guerra Ernest Hemingway descrive il territorio «una delle valli più belle del mondo». Il problema, per i rappresentanti dei comuni come la consigliera e l'assessore di Rovegno Alice Gazzari e Paola Barbieri, è che «la valle ha vinto tante battaglie per difendere le bellezze della natura ma rischia di perdere la guerra». Perché se il rischio è l'isolamento, il nemico spesso si chiama burocrazia. Come nel caso del negozio di Montessoro che ha chiuso perché i titolari non riuscivano a collegarsi in rete col fisco, o degli studi di settore «che mettono sullo stesso piano un bar di una vallata con un locale a Portofino», ha denunciato Cattozzo che ha auspicato un impegno forte da parte della Regione per «fare pressione sul Governo affinché vada incontro alle attività commerciali delle vallate che in modo spesso eroico sopravvivono».
Anche perché, è il ragionamento di Cattozzo, il futuro della Valtrebbia passa attraverso lo sviluppo del turismo che necessita di commercio e trasporti. E questi ultimi, punta il dito il candidato, sono di esclusiva competenza regionale che ha un potere assoluto sul servizio lungo la Statale 45.

«Ne parlerò col ministro alle Infrastrutture Altiero Matteoli», ha detto il senatore (e vicepresidente della commissione trasporti) Giorgio Bornacin (Pdl) che, presente in sala, ha auspicato per la statale 45 «un progetto di rifacimento totale così come è stato fatto per la statale 28 dell'imperiese che sta per essere terminata».

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