Il Robin Hood di Gallarate è alla quarta olimpiade: «Il mio sogno è far centro»

Un tassello, un piccolo tassello per completare il puzzle che farebbe di Michele Frangilli l'arciere più titolato in Italia e non solo. Già, perché il 36enne di Gallarate parteciperà a Londra alla sua quarta Olimpiade dopo quelle di Atlanta 1996 (6° posto nell'individuale e bronzo a squadre), Sydney 2000 (9° nell'individuale e argento a squadre), Atene 2004, mentre non si qualificò per Pechino 2008. Frangilli, il veterano e il padre nobile della squadra maschile di arco, ha finora messo in tasca 11 ori mondiali, 8 europei, 1 World Games e 48 titoli italiani oltre alla bellezza di 41 argenti e 16 bronzi nelle varie manifestazioni.
«Non so più dove appendere in casa tutte queste medaglie- ammette- e sono felice e orgoglioso di tutto quanto fatto finora. Ma l'emozione più grande resterà sempre quella del podio alla mia prima Olimpiade».
Manca però un tassello, quello più prestigioso, un primo posto che coronerebbe una carriera da sogno e Frangilli non si tira indietro: «Da Londra mi aspetto un'altra meravigliosa esperienza, mi sto preparando come un pazzo e darò il meglio come ho sempre fatto e se poi dovesse arrivare un'altra medaglietta toccherei il cielo con un dito». Non parla di oro, anzi rifiuta l'argomento, ma una via di fuga se la prepara: «C'è sempre Rio 2016, non si sa mai e io non mi sento vecchio, anche se quattro anni sono lunghi».
Frecce e arco sono evidentemente nel dna di Frangilli che come genitori ha avuto papà Vittorio e mamma Paola Mignolli campioni di tiro negli anni Settanta/Ottanta. «Da piccolo seguivo i miei genitori sui campi di gara. Poi a 5 anni ho preso in mano per gioco il mio primo arco». Da allora Frangilli, più veloce di Robin Hood e più preciso di Guglielmo Tell, non ha più mollato l'arco (nel 2007 ha anche sposato Sandrine Vandionant, arciera della nazionale francese), allenandosi tutti i giorni dalle 2 alle 7 ore, col padre Vittorio come allenatore personale
. Con questi ritmi il lavoro diventava impossibile, i problemi per poter continuare a tirare sono aumentati e allora ci ha pensato l'Aeronautica Militare «Non smetterò mai di ringraziarla perché dal 2006 ha aperto le porte al nostro sport dandomi la possibilità e la tranquillità per poter continuare Tirare mi trasmette tante sensazioni, dalla calma interiore per concentrarmi alla rabbia per un tiro non ben riuscito ma che emozione nel vedere la freccia volare verso il centro».


Frangilli è uno dei 20mila tesserati della Fitarco che, guarda caso, aumenta il numero dopo ogni Olimpiade, proprio grazie alle medaglie dei suoi arcieri: «Probabilmente la gente si accorge che non c'è solo il calcio...»

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