Rogo in una pelletteria, terrore in via Nazionale

Salvata dai pompieri una donna di 67 anni rimasta intrappolata nel seminterrato Psicosi attentato: nello stabile anche la sede Ds

Giacomo Legame

Paura, ieri mattina, in via Nazionale. Bruciano gli scantinati-laboratorio di un negozio di lavorazione e vendita di pelli tra i civici 76 e 78. In pochi minuti l’intero locale, circa 400 metri quadrati, e i piani superiori dello stabile - dove c’è anche la sede dei Ds - vengono invasi da un fumo acre e insopportabile. Le fiamme sono al seminterrato dove resta prigioniera una donna di 67 anni, Carmela Darino, un’ex lavorante della ditta che, ogni tanto, però, torna a dare una mano ai colleghi. «All’improvviso è andata via la luce e ho sentito le ragazze del centro estetico di fronte urlarmi di restare lì dov’ero - dirà più tardi, a scampato pericolo - che c’era il fuoco. Di non muovermi e aspettare i soccorsi». Ai vigili del fuoco della «1A» di stanza in via Genova ci vuole veramente poco per arrivare sul posto. A chiamarli, poi, è stato Gianni Cimatti, funzionario del I Gruppo dei vigili urbani, in quel momento di passaggio in zona. L’ufficiale si è subito accorto di quanto stava accadendo nella rivendita di borse e valigie, ha allertato immediatamente il 115 disponendo all’istante la chiusura della strada nel tratto che va proprio da via Genova a piazza della Repubblica, rendendo ancora più agevoli le operazioni dei soccorritori. I pompieri, autoprotettori calati sul volto, in pochi istanti spengono il fuoco, raggiungono il laboratorio e mettono in salvo la signora Carmela, leggermente stordita dalle esalazioni. Verrà trasportata in ambulanza all’ospedale San Giacomo; dimessa poco dopo, tornerà in via Nazionale: «Sto bene, mi sono spaventata tantissimo, ma grazie al Cielo tutto è andato bene», ha raccontato.
Dieci le squadre dei vigili del fuoco, 60 i pompieri impegnati nelle prime operazioni di spegnimento. Poi l’intervento è continuato fino a sera, per rimuovere le masserizie andate in cenere e bonificare i locali, al piano stradale e al seminterrato e per verificare le condizioni dello stabile, giudicato comunque agibile. Gli uomini del 115 hanno lavorato per capire le cause del rogo, apparentemente accidentali, forse un corto circuito. «È prematuro - ha sottolineato tuttavia il comandante dei vigili, Guido Parisi - fare qualsiasi ipotesi». L’edificio, per motivi precauzionali, era stato subito fatto evacuare. «Ho avuto una paura terribile - dice Lisa, dipendente dell’ufficio del Cra, il Centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura -. Ho pensato a un attentato alla sede dei Ds. Poi, però, ho pensato che non avevo sentito alcun botto, alcuna esplosione». «Ero al computer - dichiara Giorgio, 45 anni, tecnico informatico - poi ho visto salire il fumo dalla finestra. Quelli della sicurezza interna ci hanno detto di lasciare l’ufficio in fretta».
La pelletteria da anni è a conduzione familiare. Nella vetrina e sugli scaffali spiccavano alcuni dei prodotti più pregiati del made in Italy.

«Stiamo verificando - ha spiegato il maggiore Giancarlo Pintore, della compagnia dei carabinieri di Roma Centro - l’esistenza di un certificato assicurativo del negozio. Il proprietario non ricorda bene i termini del contratto la cui copia potrebbe essere andata bruciata».

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