Cellulari e droga a Rebibbia, sette arresti. C'è anche un agente

La richiesta di droga e di schede telefoniche perveniva da alcuni detenuti i quali si occupavano della successiva rivendita nell'ambito del reparto G8 del carcere romano

Cellulari e droga a Rebibbia, sette arresti. C'è anche un agente

Stroncato un giro di spaccio che arrivava all'interno del carcere romano di Rebibbia. I carabinieri della compagnia Roma Eur e il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Roma, nei confronti di sette persone (5 in carcere e 2 ai domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Sono accusate anche di introduzione di telefonini all'interno del carcere e di corruzione per atti contrari ai propri doveri.

L’indagine, denominata "Open Prisons", ha permesso di accertare l’esistenza di un traffico di droga, con cellulari e schede Sim introdotte abusivamente e più di una volta all’interno del carcere. Secondo gli inquirenti la richiesta di droga e di schede telefoniche perveniva da alcuni detenuti i quali, una volta fatta entrare la "merce", si sarebbero poi occupati della rivendita all'interno di un reparto (il G8) della prigione romana.

Nel ricostruire la dinamica della compravendita sarebbe emerso, tra l'altro, il coinvolgimento dei familiari di alcuni detenuti i quali, per far entrare droga e cellulari a Rebibbia, si servivano dei "pacchi colloquio".

Le indagini hanno smascherato il coinvolgimento di un agente penitenziario, già sospeso in

via cautelativa, gravemente indiziato: avrebbe fatto da tramite tra i detenuti e il mondo esterno per facilitare l'introduzione illecita nel carcere di quanto richiesto. L'uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari

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