Ha finalmente un nome e un cognome la quarta belva che avrebbe drogato, stuprato e infine lasciato morire Desirée Mariottini. Si chiama Yusif Salia, un clandestino di 32 anni. Il suo permesso di soggiorno per motivi umanitari, infatti, è scaduto quattro anni fa. Ma, nonostante questo, Yusif è rimasto nel nostro Paese. Con i risultati che abbiaamo sotto gli occhi. Ha continuato a frequentare il mondo dello spaccio romano. Fino alla tragica notte in cui è arrivata Desirée, che avrebbe drogato e violentato. E, infine, lasciato morire.
Lo scorso 27 marzo, Yusif era stato accompagnato dal personale del Commissariato di San Lorenzo all'ufficio immigrazione della questura di Roma per l'identificazione e invitato a presentarsi in questura a Napoli, ufficio immigrazione, per regolarizzare la posizione. Ma lui non ha fatto nulla. È rimasto in Italia come un fantasma. Senza alcun permesso. Senza alcun motivo reale.
Yusif è stato arrestato a Foggia, nel ghetto di migranti a Borgo Mezzanone. Il suo obiettivo, secondo quanto fanno sapere gli inquirenti, era quello di fuggire all'estero. Al momento dell'arresto, secondo quanto riporta il Messaggero, avrebbe avuto con sé undici chili di droga.
L'arresto dell'uomo è stato reso possibile grazie alle intercettazioni telefoniche subito dopo la morte di Desirée. Ma non solo. Gli inquirenti infatti sapevano che l'uomo avrebbe cercato di scappare nel ghetto di Borgo Mezzanone, dove era già stato in precedenza.
Non appena ha visto le forze dell'ordine, Salia ha cercato di barricarsi. Una volta catturato, ha cercato si spacciarsi per un'altra persona. Per cercare di non farsi identificare, inoltre, Yusif si era tagliato i capelli. Ma per lui non c'è stato nulla da fare. Nella baracca la polizia ha sequestrato 11 chili di marijuana, divisa in 50 pacchi, 194 grammi di hashish, due buste di resina per un totale di 122 grammi, 4 dosi di metadone. Inoltre è stata sequestrata anche una pistola giocattolo.
Ora è accusato di omicidio, violenza sessuale di gruppo e cessione di
stupefacenti. Singolare per chi è venuto in Italia per motivi umanitari, ma non ha avuto alcuna umanità davanti a una ragazzina fragile. Che, anzi, avrebbe stuprato e lasciato a morire. Nel silenzio di un quartiere degradato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.