Focolaio nel palazzo occupato Scoppia la rabbia dei residenti

Rabbia e paura di chi abita vicino alla palazzina occupata di via Attilio Pecile, alla Garbatella, dove è scoppiato un focolaio di Covid. I residenti hanno paura ad uscire: “Chi non rispetta le regole aggredisce la nostra libertà”

Focolaio nel palazzo occupato Scoppia la rabbia dei residenti

“Pensavamo di andare incontro a un’estate un po’ più serena, invece ci ritroviamo a scappare per colpa di chi non rispetta le regole”. I residenti del quartiere assistono con preoccupazione alla scena che si sta svolgendo davanti ai loro occhi. È sabato pomeriggio e un gruppo di inquilini del palazzo occupato di piazza Attilio Pecile, alla Garbatella, sfila in silenzio con le mascherine e la testa bassa. Un’infermiera della Croce Rossa aiuta una donna a salire su un mezzo ad alto biocontenimento, in braccio ha una bambina di non più di due anni.

È il dramma di una decina di stranieri, quasi tutti africani. Sono risultati positivi al test del Covid-19. Il focolaio è partito da una famiglia di origine peruviana, padre, madre e figlioletto, che vivevano nello stabile. Con il loro trasferimento fuori dall’edificio, una vecchia sede della Asl occupata nel 2013 dagli antagonisti di Action, il cluster, assicura l’Unità di crisi della Regione Lazio, “è chiuso”. “Sono stati eseguiti i tamponi a tutti e verrà mantenuta ora una sorveglianza sulla struttura”, comunicano. I contagiati in totale sarebbero 9, ma c’è chi parla di numeri più alti. I casi potrebbero essere addirittura 18, secondo alcune indiscrezioni raccolte dal Messaggero.

Sempre secondo lo stesso quotidiano, a portare il virus all’interno dell’occupazione, sarebbe stata una badante peruviana. Intanto tra gli occupanti c’è nervosismo e tensione. Anche chi abita nei palazzi vicini ora teme una nuova impennata dei contagi. “Molti sono brave persone, altri però spesso girano spesso ubriachi ed è capitato che provassero ad entrare senza neppure indossare la mascherina”, ci spiega un dipendente di un supermercato. È visibilmente preoccupato: “Fino a ieri sono venuti qui a comprare”.

“Qui tutti hanno paura – gli fa eco la direttrice – e quindi non si avvicinano, sono due giorni che i clienti si contano sulle dita di una mano”. “Spero almeno che mettano gli occupanti in quarantena”, aggiunge. Sotto accusa ci sono le condizioni di vita all’interno del palazzo. “Sono ex uffici, quindi i bagni sono in comune, il Campidoglio – ragiona – avrebbe dovuto agire prima per metterli in sicurezza ed evitare situazioni come questa”.

“Io sono per l’accoglienza, non mi hanno mai dato fastidio”, premette un’inquilina del palazzo accanto a quello occupato. “Ma ora – continua – sono spaventata”. “Mia figlia vive a Milano, doveva venire a trovarmi questa settimana – ci confessa – ma appena sentita la notizia ha cancellato il viaggio”.

Il portone è presidiato da una volante della polizia e resterà sorvegliato speciale almeno fino a quando l’emergenza non sarà cessata. “Dal Municipio stiamo monitorando la situazione, sono stati effettuati trasferimenti in strutture individuate dalla Asl per poter effettuare la quarantena in maniera idonea”, chiarisce Alessandra Aluigi assessore alle Politiche Sociali dell’VIII Municipio a guida Pd. Il minisindaco, Amedeo Ciaccheri, con un passato da militante dei centri sociali, è pronto a fornire medicinali e pacchi alimentari agli occupanti durante la quarantena. “Da parte degli inquilini c’è massima collaborazione – assicura l’assessore – ovviamente stanno vivendo una situazione stressante”.

Ai residenti dice di stare “tranquilli”. “Stiamo lavorando per gestire la situazione, siamo intervenuti tempestivamente”, rassicura. Nel quartiere però c’è rabbia e paura. “I palazzi occupati non devono esistere”, si lamenta un signore che abita qualche isolato più in là. “Chi non rispetta i protocolli e le regole – denuncia – aggredisce la nostra libertà”.

E dopo il precedente del Selam Palace, lo stabile occupato da decine di migranti alla periferia est della Capitale e diventato zona rossa lo scorso aprile, quello della diffusione del virus all’interno delle occupazioni abusive diventa un caso politico. “Basta zone franche e terre di nessuno”, gridano i consiglieri leghisti del Municipio. “Ciò che indigna – accusano – è la disperazione di quella povera gente che viene sfruttata dai soliti gruppi organizzati già noti alle forze dell’ordine, i cittadini del quartiere chiedono rassicurazioni e sicurezza”.

La richiesta al sindaco, Virginia Raggi, e al prefetto è che l’immobile venga controllato “per tutto il periodo della quarantena”.

Preoccupati anche i colleghi di Fratelli d’Italia, nonostante le rassicurazioni della Asl. “Sono anni che denunciamo invano le tante occupazioni fuori controllo tollerate e difese dalla sinistra e dai grillini”, rivendicano, chiedendo lo sgombero del palazzo.

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