Incendio alla ex fabbrica Penicillina, rifiuti in fiamme

Il rogo è iniziato verso le 8.15, nessuno è rimasto ferito. Da anni i cittadini chiedono bonifica e riqualificazione

Incendio alla ex fabbrica Penicillina, rifiuti in fiamme

Un incendio si è sviluppato verso le 8.15 di questa mattina, sabato 19 marzo, alla ex fabbrica Penicillina, in via Tiburtina a Roma. Ad andare a fuoco sono stati dei rifiuti. Sul luogo sono giunti i vigili del fuoco di Nomentano che hanno domato le fiamme. Fortunatamente nessuno è rimasto coinvolto nell’incendio. Come hanno reso noto i pompieri, sono stati dati alle fiamme cumuli di rifiuti di vario genere che si trovavano abbandonati all'interno della struttura, da anni dismessa e usata come rifugio da persone senza fissa dimora. Nonostante vi siano state negli anni numerose promesse di bonifiche del posto, a oggi nessuno ha ancora fatto nulla. La struttura è abbandonata e viene usata da chi non ha una casa per dormire e passare la giornata, andando a occupare abusivamente l’immobile e lasciando rifiuti che, come nel caso di questa mattina, rischiano di prendere fuoco. A bruciare sono state plastiche e metalli che hanno alzato una colonna di fumo nera dall’odore acre che ha invaso tutta la zona circostante e l’intero quartiere.

L’ex fabbrica Leo Penicillina

Una volta era un orgoglio per Roma, inaugurata nel lontano 1950 alla presenza del Premio Nobel per la Medicina, sir Alexander Fleming, adesso è una vergogna per la Capitale. Era nata come stabilimento per produrre penicillina in Italia, e ora è un rifugio per clochard. L'ex fabbrica venne ceduta nel 1971 alla casa farmaceutica Isf per poi andare, nel 1985, a una società statunitense. Poi, nel 1996 cambiò nuovamente proprietario, fino al 2006, quando smise di funzionare perché si era interrotta la produzione. Dai 1.600 lavoratori che aveva inizialmente si era arrivati a soli 200 dipendenti. Come abbiamo detto precedentemente, è stata oggetto di diverse occupazioni abusive soprattutto da parte di immigrati, tanto che, nel dicembre del 2018, in seguito a un blitz delle forze dell'ordine, furono trovate 35 persone al suo interno. La notizia fece clamore e furono tanti i leader nazionali che diedero risonanza all’operazione degli agenti. Dopo circa un anno venne avviata l’installazione di alcune telecamere di sorveglianza, circa una cinquantina.

La richiesta, inascoltata, di bonifica

Nell’agosto del 2021 venne nuovamente occupata e ancora sgomberata in seguito a un altro rogo. Questa mattina un nuovo incendio ha riacceso, oltre alle fiamme, anche l’attenzione su questo mostro di cemento che i romani non sopportano più. Sono però anni che i vari politici e le giunte parlano di imminente bonifica, peccato però che la situazione non sia per nulla cambiata.

Da diverso tempo alcune associazioni di quartiere come Asia-Usb propongono di trovare degli alloggi alternativi per gli occupanti abusivi, così da poter iniziare a bonificare l'intera area e poterla poi restituire ai cittadini. Da anni viene sottolineato che si tratta un luogo altamente inquinante, una delle vergogne di Roma, che deve essere al più presto messo in sicurezza.

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