Paolo Rossi al mondiale spagnolo del 1982, nonostante una squalifica per il calcio-scommesse, venne convocato al posto di Roberto Pruzzo, prima punta della Roma e da due anni consecutivi capocannoniere delle Serie A. La scelta di Bearzot, nonostante si dimostrerà vincente visto che sarà proprio Pablito con i suoi gol a farci conquistare quel Mondiale, venne pesantemente criticata dalla stampa e soprattutto dai tifosi romanisti.
Finito il mondiale però tutto verrà perdonato e Rossi verrà incoronato eroe di popolo. Non uno qualsiasi ma "Pablito": colui che dopo gli anni di Piombo è stato in grado di far tornare in piazza gli italiani e festeggiare, uniti come non accadeva da tempo. Ora però il centravanti, o meglio il nome del centravanti, proprio come accadde quando Bearzot diramò la lista dei convocati per Spagna '82, sembra dividere ancora una volta Roma dal resto del Paese. Laziali e romanisti sono uniti contro la proposta fatta dal Presidente della Figc di intitolargli lo Stadio Olimpico. Rossi è venuto a mancare il 9 dicembre 2020 e il fatto che gli si voglia dedicare uno stadio viste le sue gesta è una scelta più che condivisibile. Allo stesso tempo però in tanti si chiedono come mai proprio lo Stadio Olimpico. È vero che è di proprietà del Coni e non della S.S. Lazio o della A.S. Roma, allo stesso tempo però chi popola i seggiolini della struttura ogni domenica sono i tifosi di queste due squadre che, onestamente, con Paolo Rossi non hanno nulla a che fare.
La proposta, nonostante i malumori mai nascosti delle tifoserie, è diventata proposta di legge a firma del deputato di Forza Italia Pierantonio Zanettin, vicentino proprio come Pablito. "Ci impegneremo per capire se sia possibile che l'Olimpico o un altro stadio venga intitolato a Paolo. Certo, non dipende da noi", hanno rilanciato Gianni Infantino e Gabriele Gravina - presidenti di Fifa e Figc - lo scorso 9 dicembre durante la giornata dedicato al ricordo del campione scomparso l'anno scorso.
A Roma però la cosa non piace minimamente e non perché non ci sia rispetto nei confronti di Rossi ma perché si ritiene che sia più giusto che gli venga dedicato uno stadio dove ha realmente giocato in una città dove l'uomo, prima che il giocatore, abbiamo lasciato qualcosa. Proprio come è stato fatto a Napoli in onore di Diego Armando Maradona. "Perché non intitolargli lo stadio del Vicenza?", si chiedono quindi in molti. Domanda legittima dal momento che è la squadra dove ha più presenze e gol. Oppure perché le istituzioni non intervengono e per una volta, dato la bontà della proposta e l'importanza di Pablito, fanno la voce grossa con gli sponsor invece che con i tifosi? Si potrebbe chiedere alla Juventus, dato che dopo il mondiale '82 è andato a giocare lì per diversi anni, di cambiare il nome del suo di stadio: da Allianz Stadium a Stadio Paolo Rossi. Lo stadio è di proprietà e l'iter burocratico sarebbe molto più breve.
Nella Capitale hanno anche fatto una controproposta: "Se proprio dobbiamo dedicarlo a qualcuno, scegliamo una figura condivisa tra Lazio e Roma. Magari Fulvio Bernardini o Attilio Ferraris, che hanno vestito sia la maglia biancoceleste che quella giallorossa", interviene qualcuno in una radio romana.
Non la pensa così Federica Cappelletti, moglie del bomber azzurro, la quale dichiara: "Paolo deve restare una figura positivo, non un motivo di discordia. La campagna sta andando avanti, in tanti sono favorevoli all'idea anche se i tifosi di Roma e Lazio mi sembrano contrari. Personalmente - continua - sarebbe una grande cosa: Paolo è visto come un eroe nazionale e ha sempre unito il Paese, mi piacerebbe che continuasse così. Se dovesse esserci l'intitolazione spero ci potrà essere un momento di incontro per superare questi problemi".
Sembra però che la Cappelletti, da queste sue parole, non riesca a capire quale sia il vero motivo per cui laziali e romanisti non sono d'accordo. Rossi non è un motivo di discordia. Non potrebbe mai esserlo in Italia chi ha fatto vincere un mondiale di calcio. Per questo chiunque sarebbe ben contento se gli venisse intitolato una stadio. Con chi se la prendono i tifosi romani sono le istituzioni e l'accusa è la scarsa attenzione nei loro confronti e della storia per le squadre per cui tifano.
E poi, se Pablito lo sapesse, siamo sicuri che sarebbe felice se ogni domenica a leggere il suo nome fossero laziali e romanisti invece che i vicentini, città dove ancora oggi si leggono per strada striscioni e scritte in suo onore?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.