"Più case agli occupanti". Il "regalo" di Gualtieri ai centri sociali

La giunta Dem ha deciso di aumentare la percentuale di alloggi popolari da destinare alle famiglie in emergenza abitativa. Il Pd: "Tuteliamo chi è sotto sfratto". Ma la destra insorge: "Regalo ai centri sociali"

"Più case agli occupanti". Il "regalo" di Gualtieri ai centri sociali

Più case popolari per chi si trova in emergenza abitativa. È la ricetta della giunta Gualtieri per fronteggiare un problema annoso per la Capitale. Ma la delibera approvata venerdì scorso in Campidoglio fa discutere. La proposta dell’assessorato al Patrimonio e alle Politiche Abitative, guidato da Tobia Zevi, è di portare al valore massimo stabilito dal regolamento regionale del 2000 la quota di alloggi da destinare a chi si trova in condizioni di necessità. Tra questi ci sono donne vittime di violenza, persone con handicap psicofisici e malattie psichiatriche, vittime di calamità, ma anche chi viene sgomberato da alloggi di proprietà pubblica e i destinatari di provvedimenti esecutivi di rilascio forzoso di case occupate.

La decisione, spiega al Giornale.it Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio e Politiche abitative di Roma Capitale, è stata presa per cercare di andare incontro a chi rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada con la fine del blocco degli sfratti. "Le esecuzioni sono riprese in modo drammatico e con l’innalzamento dal 15 al 25 per cento della parte di immobili popolari da assegnare in deroga cerchiamo di offrire una casa a chi per colpa del Covid non è più riuscito a pagare l’affitto". Per l’opposizione, però, in questo modo la giunta finirebbe per strizzare l’occhio agli occupanti abusivi. Se da una parte è vero che la quota di immobili da destinare a chi viene sgomberato dai palazzi occupati gestiti dai collettivi di sinistra con la "sanatoria" voluta da Zingaretti nel 2020 resta al 10 per cento, dall’altro lato viene denunciata l’ambiguità sulle "categorie" che potranno scalare la graduatoria ed ottenere un’abitazione nel giro di qualche mese.

"Nella delibera che fa riferimento al regolamento regionale si parla di sgomberi di alloggi di proprietà pubblica, significa che chi occupa i palazzi di proprietà di enti pubblici potrà guadagnare posizioni e avere le chiavi di un appartamento di proprietà del comune? Se così fosse si sta offrendo di fatto una corsia preferenziale ai movimenti per la casa, è il trionfo dell’illegalità", attacca Fabrizio Santori, consigliere della Lega, che sul caso depositerà nei prossimi giorni un’interrogazione e un esposto alla Corte dei Conti. "Insomma, chi occupa una casa popolare non può più presentare domanda mentre chi occupa con i movimenti di estrema sinistra l’alloggio popolare può ottenerlo e anche in tempi brevi, è vergognoso", incalza Santori. E poi, si chiede ancora il consigliere: "Come verranno gestite le assegnazioni in concreto? Su che basi verranno assegnate le case e con quali criteri?".

Per il leghista sarebbero circa 7mila gli alloggi che ogni anno potrebbero essere consegnati agli abusivi. "Bisogna ricordare – sottolinea – che il 25 per cento da assegnare in deroga è riferito agli alloggi effettivamente disponibili, mentre il 10 per cento riservato agli inquilini dei palazzi occupati si riferisce al totale del patrimonio, circa 60-75mila immobili". Le proporzioni, è il ragionamento del consigliere, sono nettamente sbilanciate a favore dei collettivi. "Paradossalmente - è la conclusione - conviene mettersi nelle mani dei centri sociali per ottenere una casa popolare, piuttosto che seguire le regole". "Da mesi – attacca Santori - la città è ferma su rifiuti, mobilità, gestione del verde e guarda caso il primo atto concreto della giunta sembra essere un regalo ai centri sociali, un chiaro accordo politico fatto passare sotto traccia: non dimentichiamo che Gualtieri è il sindaco che non si fece problemi ad andare a fare campagna elettorale in un palazzo occupato, finito più volte sulle pagine di cronaca per morosità e festini abusivi".

Dal Pd però assicurano che si tratta di un equivoco. "Le case - spiega Trombetti - andranno a chi, con un contratto privato, occupa l’alloggio perché non riesce più a pagare l’affitto per la crisi economica e soprattutto si trova in una posizione utile in graduatoria". "Le faccio un esempio – ci dice al telefono – se una famiglia viene sfrattata perché non ce la fa più a pagare e occupa il ventunesimo posto in graduatoria non le facciamo passare sei o sette mesi in mezzo alla strada ma le assegniamo subito la casa popolare". I movimenti, sottolinea ancora il consigliere Dem, "non c’entrano nulla". "A loro – ricorda – è già riservato il 10 per cento degli alloggi secondo la legge regionale".

Assieme alla delibera che aumenta la percentuale di alloggi da assegnare alle famiglie in emergenza, il dipartimento delle Politiche Abitative ne ha approvata un’altra che istituisce una task force di 15 agenti per sgomberare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e gli appartamenti dei centri di assistenza abitativa temporanea (Caat) occupati da soggetti non assegnatari e recuperare gli immobili del patrimonio

indisponibile. Il rischio, però, attaccano dall’opposizione, è che gli abusivi, una volta sgomberati finiscano nelle case popolari come legittimi assegnatari, scavalcando chi da anni è regolarmente in attesa di un alloggio.

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