C'è ancora diffidenza nei confronti di alcune case Ater di Tor Bella Monaca, rifiutate dagli assegnatari perché appartenute un tempo ai clan di Roma. Gli appartamenti sono sgomberi da mesi, eppure nessuno si è trasferito: basti pensare che, come riportato da Il Messaggero, lo scorso mercoledì mattina ben 7 famiglie sono state convocate per l'assegnazione, ma nessuno ha accettato. Tutti preferiscono altri quartieri.
Nessuno vuole le case dei "boss"
Dallo scorso 17 settembre tutti gli appartamenti della cosiddetta "Torre della legalità" di Tor Bella Monaca sono rimasti vuoti, pur essendo stati sgomberati dalle forze dell'ordine. Troppa la paura dei clan. Si parla, per la precisione, di quelle case popolari site in via Santa Rita da Cascia, specie nella torre 50. Nessuno vuole trasferirsi lì. Ed è così da mesi.
Fra alcuni ex inquilini di quegli appartamenti, figuravano, giusto per fare un esempio, certi esponenti della famiglia Moccia. Giuseppe Moccia, pregiudicato per reati di droga, è il cognato di Vincenzo Nastasi, conosciuto anche come 'O Principe'.
Molte di quelle case erano utilizzate da anni dai clan come base operativa, spesso vi si verificavano episodi di spaccio. In tanti non vogliono avere nulla a che fare con quelle abitazioni, malgrado l'operazione di sgombero e pulizia condotta da carabinieri e prefettura.
"Abbiamo paura di vivere in un quartiere così difficile. Avendo la possibilità di scegliere, preferiamo andare altrove. In un quartiere meno problematico", è quanto riferito al Messaggero da una delle intestatarie degli appartamenti. Non solo le case di Tor Bella Monaca, a quanto pare anche alcune abitazioni di San Basilio vengono rifiutate. San Basilio viene infatti considerato un quartiere ad alto rischio.
Il problema delle assegnazioni
Il sistema delle assegnazioni prevede che vengano proposte tre alternative ai cittadini che hanno diritto ad una casa popolare. Gli appartamenti di Tor Bella Monaca, tuttavia, continuano ad essere rifiutati. Tre su cinque, in particolare, starebbero dando parecchie preoccupazioni.
"Per paura, certo. Ma in alcuni casi, si tratta di rispetto che i capo famiglia si sono guadagnati imponendosi nel quartiere", ha spiegato il presidente Commissione Patrimonio e Casa del comune di Roma Yuri Trombetti al Messaggero. "La situazione non è ancora cambiata ed è molto delicata. Mi aspettavo altre rinunce, ma sappiamo che il quadrante sta cambiando e abbiamo molti segnali positivi".
La speranza, dunque, è che un giorno anche queste case vengano assegnate, e che nel quartiere torni la legalità. "Dobbiamo far sentire ai romani che vivono queste difficili realtà che non sono soli e che le istituzioni ci sono", ha aggiunto Trombetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.