Una ragazzina ha raccontato ai carabinieri di Prima Porta di essere stata violentata dal suo ragazzo a 14 anni. Una violenza che ha anche portato a un aborto ai primi di luglio. Quel fidanzato di 17 anni, che inizialmente era bravo ma che con il passare del tempo era diventato violento, la obbligava ad avere rapporti anche per la strada. Secondo quanto ha ricordato la ragazzina davanti agli investigatori, il suo fidanzato, che la costringeva a subire i rapporti che venivano poi filmati con il telefonino, la picchiava anche: “Ha provato a strozzarmi mettendomi le mani al collo, mi ha dato dei morsi in faccia", ha racconta la ragazzina ai militari lo scorso 30 luglio. Secondo quanto riportato negli atti, la vittima avrebbe anche parlato di un aborto a inizio luglio.
Le violenze
La loro relazione è finita il 14 agosto, quando il 17enne è stato fermato dai carabinieri su mandato della procura dei minori perché accusato di stalking, violenza sessuale e lesioni. Secondo quanto ricostruito, il 17enne avrebbe infatti vessato la giovane per convincerla a non abortire dopo avere appurato che era rimasta incinta. I carabinieri hanno notificato per lui un provvedimento di collocamento in comunità. Come riportato da Repubblica, il giovane le aveva anche rubato in casa, era terribilmente geloso e le impediva di andare a scuola, altrimenti la picchiava per gelosia. Quanto riportato dalla ragazzina contrasta però con la versione fornita dal suo ex fidanzatino che ha raccontato di aver consumato un primo rapporto con la minorenne a casa di lei a Roma Nord, lo scorso 26 settembre.
La versione del 17enne
“I genitori non erano d'accordo, mi dicevano 'rumeno di merda', 'non ti lavi'. Non ho inviato messaggi su Instagram, Chiara ha la password del mio profilo e ha cancellato molti miei messaggi. Insultava mia madre dal mio profilo e diceva che ero stato io. Non l'ho mai picchiata. Una volta aveva dei graffi, quando stavo per partire per Udine, e disse a mia madre che era stata sua madre”, ha detto l’indagato. Il pubblico ministero Carlo Morra ha dato avvio all’analisi dei cellulari della coppia, nei quali vi sarebbero foto erotiche, accuse e anche vari insulti condivisi nelle chat con gli amici. Queste sarebbero delle ulteriori prove che vanno a unirsi alle testimonianze finora raccolte.
Negli atti si legge anche che il ragazzo non permetteva alla fidanzata di recarsi alla scuola guida e neppure in palestra. “Le faceva bruciature di sigaretta e le sferrava calci e pugni”, e ancora, “le ha spaccato il telefono, la gonfia e racconta che una sera era andata a ballare con le amiche e che l'ha presa a pugni rompendole il labbro”. La 14enne ha raccontato piangendo ai carabinieri di aver avuto rapporti sessuali ovunque, per strada, nel parco, in giro, e che era costretta a stare zitta altrimenti l’avrebbe picchiata. Poi ci sarebbe stato un aborto, la conclusione della loro relazione e la decisione di riprendere a frequentarsi. Fino ad arrivare a una seconda gravidanza avvenuta sotto il Tevere: la 14enne ha detto di essere stata obbligata a fare sesso sotto al ponte, mentre lui con la mano sulla sua bocca le impediva di urlare.
L'indagine
Il legale del 17enne, l’avvocato Guido Pascucci, ha parlato di un dramma che “si genera in un contesto di disagio sociale e genitoriale ed è amplificato dalla estrema precocità delle esperienze avute, e da una dipendenza maniacale, di entrambi i giovani, dall'uso dei social.
Ogni esperienza doveva passare attraverso quella protesi emotiva che sono i cellulari la cui sospensione dell'uso, dovuta all'intervento di assistenti sociali e tribunale sembra la maggior forma di sanzione subita da vittima e carnefice”. Sarà adesso compito degli investigatori ricostruire quanto avvenuto tra il 17enne, ora in comunità, e la ragazzina.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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