Ora la Raggi la dà vinta ai rom: "A loro le case popolari"

Trovata la soluzione per le famiglie a rischio sgombero del campo rom di Castel Romano: la Raggi esce dall'impasse assegnandogli in extremis gli alloggi popolari

Ora la Raggi la dà vinta ai rom: "A loro le case popolari"

Che il piano di superamento dei campi rom di marca grillina conducesse in un vicolo cieco era chiaro a tutti. Sin dagli esordi. Era il luglio 2018 e le soluzioni messe in campo dall’amministrazione per agevolare la fuoriuscita degli inquilini del Camping River si risolsero in un buco nell’acqua: su 97 nuclei familiari, in 12 optarono per il rimpatrio assistito (salvo poi rientrare in Italia a stretto giro) e appena 4 riuscirono a reperire un’abitazione sul mercato immobiliare privato. Quella prima rovinosa esperienza non ha insegnato nulla.

Il Comune ha continuato a scommettere sulla stessa strategia. Così anche il tentativo di liberare l’area F del villaggio attrezzato di Castel Romano, il maxi insediamento che costeggia via Pontina, è naufragata. Il tempo stringe. Quella porzione di baraccopoli è stata sequestrata diversi mesi fa dalla magistratura nell’ambito di un’inchiesta per reati ambientali, e la Raggi avrebbe dovuto sgomberala già a settembre scorso. Chi ci abita, stiamo parlando di 70 persone, è restio a lasciare il campo. È un salto nel buio. Il Campidoglio contribuisce a pagare le spese d’affitto per due anni e poi? Solo in 35 decidono di rischiare, sottoscrivendo il "patto di responsabilità" con il Comune. Ma trovare qualcuno disposto ad affittargli una casa è un’impresa quasi impossibile. La Raggi allora ci riprova, stanziando nuove risorse per sistemarli temporaneamente in bed and breakfast e strutture ricettive svuotate dall’emergenza Covid. Anche stavolta è un nulla di fatto.

A suggerire una scappatoia alla prima cittadina sono le associazioni rom. Ci sarebbe quel regolamento regionale che dà la possibilità ai Comuni di riservare una aliquota non superiore al 25 per cento degli alloggi popolari alle famiglie che si trovano in "specifiche documentate situazioni di emergenza abitativa". È una soluzione che i nomadi chiedono a gran voce. La sola per risolvere tempestivamente l’impasse della chiusura dell’area F. Così il Comune è costretto a cedere. Il superamento di quella zona del campo avverrà senza fare ricorso agli strumenti del piano. "Abbiamo suggerito al Comune di usare quella quota, e il Comune, per la prima volta da quando è stata istituita, ha attinto dalla riserva, è un precedente importante che in futuro può essere replicato", ci spiega Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio. Dei 35 firmatari del "patto di responsabilità", 15 sono già dentro agli alloggi, i restanti dovrebbero entrare nel giro di pochi giorni. Stasolla è soddisfatto: "Per noi è una vittoria, lo sgombero è alle porte e quelle famiglie sarebbero finite in mezzo alla strada".

L’operazione però è anche un grande smacco per l’amministrazione pentastellata. "Adottando questa soluzione – annota Stasolla – il Comune ha certificato il fallimento del suo piano, che sinora è costato più di 12 milioni di euro. Abbiamo dimostrato che esiste una strada diversa e sicuramente meno costosa di quella indicata dall’amministrazione". Il timore è che adesso le operazioni di fuoriuscita dai campi della Capitale si arenino definitivamente. Perché i rom che abitano negli altri insediamenti in lizza per il superamento dovrebbero accettare di andarsene a condizioni meno vantaggiose? Perché accontentarsi del bonus affitto, quando si può puntare a ottenere una casa popolare? "Il ricorso alla riserva è uno strumento straordinario e urgente, non può certo diventare la prassi, altrimenti sarebbe discriminatorio", ci tiene a precisare Stasolla.

Non la pensa allo stesso modo la consigliera regionale della Lega Laura Corrotti.

"Dopo numerosi bandi e investimenti da milioni di euro destinati al superamento dei campi, grazie ad una legge regionale voluta proprio dal Pd e dai Cinque Stelle, la Raggi – commenta polemica la consigliera – riesce a liberarsi dei rom di Castel Romano dando loro un alloggio popolare sul territorio comunale e scavalcando di fatto le migliaia di famiglie in attesa da anni per una casa popolare".

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