Rosa, legno degli dei e cerimonie magiche Ecco il profumo Invisible

La «buona» essenza di Aquaflor che finanzia il restauro delle opere di artiste donne

Rosa, legno degli dei e cerimonie magiche Ecco il profumo Invisible

Prendi un pezzetto di Oud, detto il legno degli dei, una rosa che è il profumo del paradiso, un tocco di osmanthus, fiore bianco e rarissimo, un po' d'incenso dell'Oman, lascia bruciare il tutto affumicando et voila, nasce così il profumo Invisible di Aquaflor. Una sorta di cerimonia magica celebrata giorni fa da uno dei maestri profumieri tra i più raffinati della scena internazionale, Sileno Cheloni, nel corso del rito di affumigazione svoltosi nel cortile di un bellissimo palazzo rinascimentale in Borgo Santa Croce a Firenze. Una sorta di magia che il naso, autore di tutti i profumi Aquaflor, celebra di fronte agli ospiti convocati da Patrizia Batacchi.

Del resto «Pro fumo tribuere», dicevano gli antichi latini per parlare dell'atto sacro di bruciare delle sostanze odorose su un'ara per mettersi in contatto con gli dei e chiedere qualcosa di materiale, dalla pioggia in caso di siccità alla fertilità. In questo caso la richiesta è quella di fare arrivare, attraverso la vendita di una serie limitata di mille pezzi del profumo Invisible, il sostegno molto concreto a Awa, Adwancing Women Artists Foundation, l'associazione americana fondata dalla mecenate Jane Fortune e diretta da Linda Falcone. Questa meritevole istituzione nell'arco di dieci anni è riuscita a restaurare 48 capolavori fra dipinti, disegni e sculture realizzate a partire dal Rinascimento, da donne. Artiste rimaste «invisibili» al mondo come per esempio la monaca Plautilla Nelli, vissuta nel Cinqucento, celebre per una monumentale Ultima Cena in fase di restauro, la più grande opera mai dipinta da una donna. Ma sono state risanate e portate alla luce opere di Artemisia Gentileschi, Rosalba Carrera, Lavinia Fontana insieme a tanti altri nomi di artiste meno conosciute ma significative.

Per questo il savoir faire del maître parfumier Sileno Cheloni è apparso con le sofisticate e misteriose note di Invisible, perfettamente in sintonia con quell'arte riscattata dall'oblio che è merito anche delle restauratrici e storiche Cristina Gnoni e Rossella Lari. Rendere visibile qualcosa d'immateriale come un profumo è un rito alchemico celebrato da Cheloni tutte le volte che prepara una nuova formula in quella specie di piccolo tempio della profumeria di nicchia che è Aquaflor tra volte rinascimentali e lampadari di tessuto arancio, cotto toscano sul pavimento e mobili di radica su cui sono allineati segreti contenitori di essenze. «Il profumo è imbrevettabile perché è pura libertà di sperimentare» spiega Cheloni aprendo un workshop dove ognuno si cimenta con essenze, pipette, un piccolo contenitore dove distillare, dopo averle annusate, le essenze che colpiscono i sensi e da cui è misteriosamente attratto.

Il risultato non è certo la formula di Invisible definita come l'insieme di note talcate, fiorite, di violetta perché esprima l'universo femminile insieme alle note profonde dell'osmanto con sentori di albicocca, frutta e un finale sorprendente di tabacco. Nel workshop ognuno mette alla prova la propria imperizia ma saggia anche il fascino nascosto nell'arte di riscoprire quelle memorie olfattive che ci fanno sentire e stare bene.

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