Brno È leffetto gara, quello che esalta Valentino Rossi e deprime tutti i suoi avversari. I quali, spesso, al venerdì e al sabato sembrano imbattibili, mentre al contrario Rossi appare più in difficoltà, indietro nella messa a punto, incapace di tenere il ritmo del rivale di turno.
Lanno scorso era Casey Stoner a volare nelle prove, adesso è Jorge Lorenzo, ma il risultato non cambia: a vincere è sempre Valentino. «Non è un caso - sottolinea - perché io cerco di dare il massimo in gara: conta esclusivamente quello, non fare il miglior tempo il sabato mattina. Noi nelle prove lavoriamo, modifichiamo, facciamo esperimenti, poi la domenica mettiamo tutto insieme per essere al massimo della competitività».
Così accade che dopo aver dominato le prove - al di là del secondo posto sullo schieramento proprio alle spalle di Rossi - Lorenzo, improvvisamente, si trovi incapace di ripetere i tempi del sabato, mentre il compagno di squadra riesce a imporre il suo ritmo fin dal via, in una strategia inusuale per lotto volte iridato. «Per battere Lorenzo - spiega - sapevo di dover fare una gara perfetta, di dover sfruttare ogni millimetro di asfalto, di non dover fare nemmeno un errore». Lha invece commesso lo spagnolo, che a cinque giri dalla fine, un passaggio dopo aver conquistato il comando con un sorpasso da applausi, ha perso la testa quando ha visto Valentino al suo fianco: nel tentativo di resistere, ha forzato troppo la staccata ed è finito, per il secondo gp consecutivo, a terra.
«Quando mi ha superato - racconta Rossi - mi sono detto: ci siamo, sarà unaltra durissima battaglia fino al traguardo come a Barcellona e al Sachsenring. Ero pronto, anche perché le modifiche fatte dopo il warm up avevano fatto diventare la mia Yamaha pressoché perfetta. Ma Lorenzo ha sbagliato: un male per lui, un bene per me, perché adesso ho 50 punti di vantaggio.
Un buon gruzzolo a sei gare dal termine, anche se adesso bisogna assolutamente evitare lerrore di pensare che sia finita: ci saranno altre sfide con Jorge, che, al di là dellerrore, rimane un pilota tosto e difficile da battere». È vero, Lorenzo è bravo, un avversario ostico, uno di quelli che stanno impegnando di più Rossi. Ma ancora non basta: ogni volta che qualcuno alza lasticella della competitività, Valentino riesce ad andare un pelino sopra, a migliorarsi ulteriormente.
Allinizio della stagione, il campione di Tavullia sembrava in difficoltà di fronte agli attacchi di Stoner e di Lorenzo, ma dal sesto Gp in poi, Valentino ha cambiato marcia, conquistando quattro successi, da aggiungere a quello di Jerez, e mandando nel pallone i suoi rivali. Fino a un mese si parlava del campionato più avvincente ed equilibrato della storia, adesso si fanno già i conti su quando Rossi conquisterà matematicamente lottavo iride. «Questa è una vittoria importantissima, perché qui Lorenzo andava veramente forte. Brno è sempre un appuntamento importante per me: nel 2008, conquistai il gp dopo una caduta di Stoner, nel 96 ottenni la mia prima delle 102 vittorie. È incredibile essere a questo livello dopo così tanti anni e sono in uno dei migliori momenti della mia carriera: vado forte, sono concentrato, sbaglio poco e la Yamaha vola».
Dura battere uno così. Lorenzo ci prova ma da sei gp non riesce ad arrivare davanti al compagno di squadra, mentre Daniel Pedrosa, ieri secondo ma staccatissimo, è troppo penalizzato da una Honda non allaltezza della situazione.
Così si sente ancora di più la mancanza di un campione come Casey Stoner, rimasto in Australia a curare un oscuro male: la Ducati - ma più in generale tutta la MotoGp - ha bisogno del suo talento.
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