RYANAIR si salva: stop al taglio dei voli

Ryanair è salva. Per il momento. Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della compagnia low cost irlandese contro la decisione dell’Enac, l’ente che gestisce l’aviazione civile, di ridurre i voli a Ciampino da 130 a 100 e in questo modo anche l’impatto acustico e ambientale sulle abitazioni vicino allo scalo. La compagnia aerea si era appellata dapprima al Tar, che aveva però respinto il ricorso. Ma ora il Consiglio di Stato «accoglie l’appello cautelare - come si legge nell’ordinanza emessa in camera di consiglio - e per l’effetto in riforma dell’ordinanza appellata, sospende l’efficacia del provvedimento dell’Enac impugnato in primo grado, salvi restando gli ulteriori provvedimenti amministrativi». Il motivo della decisione? Secondo i giudici amministrativi «il provvedimento impugnato appare produttivo di pregiudizio grave e irreparabile nei confronti dell’odierna appellante».
Naturalmente Ryanair ha vinto un round, ma non il match. Potrà continuare a operare tutti i suoi voli da e per il Pastine di Ciampino senza alcuna sforbiciata. Tutto ciò in attesa dell’udienza nella quale i giudici del Tar entreranno nel merito delle questioni sollevate dalla compagnia aerea e valuteranno anche, come avvertono da Palazzo Spada «gli aspetti relativi all’inquinamento acustico e ambientale e relativi aspetti sanitari, accennati nella nota ministeriale del 20 marzo 2007, ma non considerati nell’impugnato provvedimento dell’Enac».
L’Enac aveva deciso nelle settimane scorse che a partire da novembre i voli della Ryanair, la più importante compagnia low cost europea e capofila di quel drappello di aziende che hanno portato Ciampino in pochi anni da 800mila a cinque milioni di passeggeri annui, dovevano essere ridotti di 30 unità, da 130 a 100: motivo ufficiale, la necessità di intervenire per il rifacimento della pavimentazione della pista di volo e della pista di rullaggio dello scalo. Ma è chiaro che nella decisione avevano avuto un peso anche le proteste degli abitanti di Ciampino per il rumore e l’inquinamento prodotto durante i decolli e gli atterraggi soprattutto nelle prime ore del mattina e la sera. Ryanair aveva lamentato che il provvedimento avrebbe provocato un grave danno alla compagnia, con una perdita secca di 500mila passeggeri annui. Una tesi in qualche modo sposata dai giudici della Sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Claudio Varrone, i quali affermano che «il provvedimento dell’Enac impugnato in primo grado non costituisce atto di carattere normativo o generale, né vincolante, apparendo destinato a introdurre specifiche limitazioni in un ambito operativo circoscritto e ben definito». Proprio per questo «avrebbe dovuto essere preceduto dalla comunicazione di avvio del procedimento». Inoltre, «gli interventi volti al rifacimento delle pavimentazioni aeroportuali entro il 2010 non risultano, allo stato, assistiti da strumenti progettuali che possano far prevedere l’imminente apertura dei cantieri», senza contare che esiste «la possibilità alternativa di più modesti interventi da effettuare, in via provvisoria, nelle ore notturne».


«Aspettiamo di leggere il merito della sentenza e poi prenderemo un controprovvedimento - avverte il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi -. Ryanair deve capire che non è la padrona dell’aeroporto di Ciampino. Noi continuiamo sulla strada intrapresa, non torniamo indietro».

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