Il Salone Nautico vira di bordo e vuole «sposarsi» con la città

Il Salone Nautico vira di bordo e vuole «sposarsi» con la città

Tutt’altra faccenda dal passato, questo Salone Nautico numero 51 che taglierà il nastro sabato mattina con l’intervento del ministro Altero Matteoli. Virata la boa del cinquantenario, sembra proprio che si sia chiuso un capitolo, per quanto glorioso, per inaugurarne un altro che promette d’essere sempre di prestigio, ma con un carattere assolutamente nuovo, originale, anzi praticamente rivoluzionario: il rapporto della manifestazione con la città che la ospita. Il fatto è che prima se ne stavano, come dire?, ognuno per conto suo: da una parte il Nautico, bello, ricco e attraente che splendeva di luce propria, e dall’altra Genova, bella, povera e snobbata che «sopportava» l’assalto dei visitatori come se non vedesse l’ora di «togliersi il pensiero» e tornare a fare i conti con le proprie magagne. Da quest’anno, pare che cambi. E sarebbe l’ora! Se n’è avuta conferma ieri, a leggere fra le righe degli interventi ufficiali (e di corridoio) per la presentazione dell’evento a Palazzo Tursi: al di là dell’inevitabile enfasi di circostanza - grandi numeri, grandi promesse, grandi spazi, grande qualità complessiva, che pure c’è - ecco che spunta l’idea del legame indissolubile Salone-Genova. Che fa ben sperare, ed è simboleggiato efficacemente dalla festa di sabato, con il prolungamento dell’apertura del Salone fino alle 22 e 30 per vivere la «Notte Blu», prima di una fitta serie di iniziative previste nei nove giorni di «Boat Show».
Lo sdoganano, in qualche modo, questo spirito nuovo, innanzi tutto il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo e l’assessore Giovanni Vassallo, dopo gli interventi istituzionali del sindaco Marta Vincenzi, del presidente della Camera di commercio Paolo Odone, del numero uno di Ucina-Confindustria nautica Anton Francesco Albertoni e del Direttore marittimo della Liguria, l’ammiraglio Felicio Angrisano. Ma a sposarlo con convinzione, questo stesso spirito, è il nuovo tandem al vertice della Fiera: Sara Armella, presidente, e Beppe De Simone, amministratore delegato. Tanto vale, allora, dirlo subito: questo è il Salone targato Armella-De Simone. Attenzione: non nel senso di sottostimare gli altri protagonisti, o caricare di eccessive responsabilità una dirigenza che è appena entrata negli uffici di piazzale Kennedy e, come nel caso della presidente, non ha ancora sistemato la scrivania (compresa la foto della sua simpatica bimba che l’accompagna spesso e con proprietà alle cerimonie ufficiali). Si vede subito, però, che, senza fare confronti improponibili con quanti l’hanno preceduta, Sara Armella ha già cominciato a muoversi con l’impronta manageriale che aveva già impresso alla Spim, la società di gestione del patrimonio pubblico del Comune. «Apertura - esordisce la neo-presidente - sarà la parola chiave del Salone 2011, apertura alla regione e alla città, al grande pubblico internazionale, agli imprenditori, a nuove forme di comunicazione in grado di avvicinare il grande pubblico al mondo del mare e della nautica». Per Armella, certo, più oneri che onori, al momento. Discorso analogo per De Simone, il quale torna a Genova da un’esperienza, quella della Fiera di Parma, che significa tanto marketing quotidiano e poca o niente filosofia. I primi risultati, anche se non è il caso di mettere il carro davanti ai buoi, ma solo di rilevare il cambiamento, si vedono già e vengono raccolti al volo dagli interlocutori. A cominciare da Albertoni, imprenditore acuto ed anche gran diplomatico, che pur giudiziosamente guardingo di fronte alla congiuntura economica, si butta alle spalle quelle sfumature di «se non ci sono le condizioni, ce ne andiamo» che avevano caratterizzato altre vigilie di Nautico. Si associa anche Marta Vincenzi, che galvanizzata dalla prospettiva di un Salone non più «corpo estraneo» della città, si sbilancia a immaginare «la nautica da diporto, col biomedicale, come uno dei settori su cui Genova può fare leva per il suo sviluppo». Odone conferma e sottoscrive, gettando il cuore oltre l’ostacolo dei problemi e promuovendo, con un intervento-fiume, tutte le opportunità offerte dagli operatori economici locali.
Ottimismo e pessimismo entrambi affondati, insomma, a favore del realismo, per un Salone che annuncia comunque numeri importanti. In particolare (ne parleremo in dettaglio nei prossimi giorni, su queste pagine): 1.

300 espositori con oltre 2mila imbarcazioni, 450 nuovi modelli presentati in anteprima, la possibilità di provare in mare 25 imbarcazioni dai 12 a 24 metri di lunghezza. Come dire: tutti ai propri posti, si ricomincia a navigare.

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