Home Mate, case su misura per chi è affetto da autismo

Progetto firmato dalla startup Lorf. Internet delle cose, tecnologie domotiche e social. Il ruolo di Fabula Onlus

Riccardo Cervelli

L'assistenza alle persone con autismo si incontra con l'innovazione digitale, e in particolare con la domotica e i social. A individuare le potenzialità di questa alleanza è Lorf, una startup milanese senza fine di lucro che si è già fatta notare in questi anni per il una app di successo quale loveorfriends, che favorisce l'organizzazione di incontri nel mondo reale con gli amici virtuali collegati o conosciuti via Facebook. Obiettivo dell'app è far sì che le interazioni con le persone non restino (o peggio ancora diventino) limitate alla sfera digitale, ma che i social costituiscano luoghi che favoriscono il relazionarsi con gli altri anche nella dimensione fisica, e non fattori di dipendenza. Loveorfriends fa leva su un mix di funzionalità presenti su Facebook e di altre attivabili sugli smartphone o i tablet, prima fra tutte la geolocalizzazione. Il valore della socializzazione sta alla base anche di un nuovo progetto di Lorf: Home Mate. L'idea è venuta all'ingegner Andrea Buragina, fondatore di Lorf e padre di un bambino autistico, parlando con altri soci della startup e con gli esperti di Fabula Onlus, una cooperativa sociale specializzata in autismo e altri disabilità, attiva nel Milanese. «I bambini affetti da disturbo dello spettro autistico (Dsa), soprattutto se di tipo non ad alto funzionamento- afferma Buragina - possono in molti casi raggiungere obiettivi come parlare, leggere, farsi volere bene, ma non diventeranno mai persone autonome. Da qui il problema del dopo di noi, cioè di quale sarà il destino delle persone con autismo, diventate adulte, nel momento in cui i genitori non ci saranno più».

Oggi le prospettive sono limitate e onerose dal punto di vista economico e sociale: lasciare che a occuparsi delle persone autistiche siano altri parenti; cercare un posto nei pochi, e spesso molto costosi, centri residenziali in grado di accogliere e seguire giovani e adulti autistici; o, infine, affidarsi alle strutture ospedaliere, dove le persone con Dsa vengono ricoverate in reparti psichiatrici insieme a pazienti affetti da altri tipi di disturbi mentali.

Date queste problematiche, per almeno una parte degli affetti da autismo, cosa potrebbe esserci di meglio della possibilità di vivere in abitazioni progettate per venire incontro ai loro schemi di vita? Con il supporto di tecnologie che, da un lato facilitano e rendono sicura l'interazione con gli oggetti di uso quotidiano, e dall'altro favoriscono la socializzazione e la comunicazione con altre persone.

Ed eccoci a Home Mate. «L'obiettivo di questa soluzione - spiega Buragina - è portare benefici sia alle persone con autismo sia alla società.

Alle prime vuole permettere di organizzare le loro giornate in modo autonomo (è risaputo che gli autistici hanno una predisposizione naturale alla pianificazione), potendo contare comunque sulla possibilità di comunicare, incontrare o farsi aiutare da altre persone grazie alle funzionalità social della piattaforma».

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