Sclerosi multipla, è stato fatto un passo avanti per cercare di capirla meglio. E’ stata infatti condotta una nuova ricerca e pubblicata sulla rivista scientifica Lancet Neurology.
Questa malattia, che colpisce 120 mila persone solo nel nostro Paese, è ancora sconosciuta per molti aspetti. E’ stato però scoperto un nuovo tipo di Sm, chiamata mielocorticale, Mcms, che distruggerebbe i neuroni senza intaccare la mielina, il rivestimento protettivo dei nervi.
Fino a questo momento gli scienziati credevano fosse la demielinizzazione, la causa principale e unica a causare la morte dei neuroni. Lo studio condotto dal team diretto da Bruce Trapp della Cleveland Clinic, dimostrerebbe invece che la perdita di neuroni non è per forza collegata alle lesioni della materia bianca cerebrale.
Bruce Trapp è tra i più accreditati a livello internazionale nello studio della sclerosi multipla, con oltre 240 pubblicazioni scientifiche sul tema.
Gli esperti sottolineano come sia indispensabile studiare nuove tecniche di risonanze magnetiche maggiormente sensibili. Quelle in uso fino a questo momento infatti, non danno la possibilità di differenziare Mcms dalle altre forme della patologia.
Riuscire a distinguere i vari tipi, vorrebbe dire avere un vantaggio maggiore nella ricerca della terapia da usare. Secondo Trapp, questa ricerca "apre una nuova arena nella ricerca sulla sclerosi multipla".
Lo studio è stato condotto su 100 pazienti con sclerosi multipla deceduti. Dodici di loro avevano la sclerosi corticale, avevano perso quindi i neuroni, ma la mielina risultava ancora intatta.
Gli scienziati hanno quindi paragonato i vari tessuti cerebrali e del midollo spinale, sia tra individui affetti da Sm, di entrambi i tipi, sia di persone sane.
Sia nei pazienti con Mcms che con Sm, vi erano le normali lesioni che la malattia provoca, a livello midollare e della corteccia cerebrale. Però solo nel gruppo con sclerosi multipla, erano presenti anche alterazioni della mielina.
Nonostante anche i pazienti con sclerosi corticale, mostrassero una riduzione della densità neuronale e dello spessore della corteccia, la loro mielina non aveva subito attacchi.
Daniel Ontaneda, direttore clinico del programma di donazione del cervello presso il Mellen Center for Treatment and Research della Cleveland Clinic, ha sottolineato come l'importanza di questa ricerca sia duplice.
Da una parte la scoperta di una nuova forma di Sm fino a questo momento sconosciuta, dall’altra la necessità di ideare strumenti
più sensibili per comprendere la patologia.“Siamo fiduciosi che i risultati porteranno a nuove strategie di trattamento su misura per i pazienti che vivono con diverse forme di Sm" ha concluso Daniel Ontaneda.
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