Salve le aree verdi, stop ai grattacieli alle porte della città

Ecco tutti i paletti in difesa dei parchi agricoli Saranno riqualificati, ma niente colate di cemento. «Congelata» la metà delle costruzioni pari a 18 milioni di metri cubi

Salve le aree verdi, stop ai grattacieli alle porte della città

Il polmone verde intorno a Milano è salvo. Non ci saranno cantieri, non ci saranno palazzi. Le aree, sei milioni di metri quadrati di superficie, sono state «congelate» e sul loro destino si discuterà in futuro. Questa la condizione imprescindibile posta dalla Provincia di Milano per proseguire nel percorso di approvazione del piano di governo del territorio. Così sarà. In compenso, il Comune di Milano ha ottenuto il rispetto dei tempi richiesti per l’iter del documento della pianificazione.
«Abbiamo rimandato costruzioni corrispondenti al 40-50 per cento delle volumetrie proposte dal documento di piano - spiega l’assessore provinciale alla Pianificazione del territorio, Fabio Altitonante -. Le aree della cintura di Milano verranno pianificate con i Comuni interessati, con il Comune di Milano e la Regione, in una logica di totale condivisione. Sarà indetto un bando internazionale di idee per pianificare i progetti e pensare alle nuove costruzioni. Il nostro obbiettivo è avere una Milano migliore».
Per ora quindi si eviterà di costruire qualcosa come 18 milioni di metri cubi. Tanto per dare un’idea, si tratta di una quantità di cemento pari a 200 grattacieli Pirelli. San Siro non vedrà sorgere l’equivalente di 53 Pirelloni, i Navigli faranno a meno di 28 grattacieli. Rimarranno intatti anche il Bosco in Citta, a nord ovest di Milano, l’Idroscalo, Cascina Monlué, l’area delle Abbazie a sud est della città, il parco Sud Agricolo. Tutto il polmone che circonda la città. Ogni decisione sarà rinviata a una pianificazione successiva. «Se ne riparlerà almeno fra 16 mesi» spiegano in Provincia.
Non si costruirà un metro cubo che sia uno, se non attinente ai servizi di pertinenza, vale a dire box auto o parcheggi. Per di più, non solo nelle zone non arriveranno le colate di cemento, ma in Comune assicurano che si provvederà a interventi di riqualificazione.
«Andiamo avanti con il piano - spiega Carlo Masseroli, assessore comunale al Territorio -. Porteremo il Pgt in giunta entro la fine del mese e poi in Consiglio comunale fra novembre e dicembre. Il percorso si concluderà nel giro di 8-10 mesi». A confermare le date per l’approvazione è anche Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl, che ha preso parte all’incontro con i vertici di Comune e Provincia. «Abbiamo in mano un piano territoriale condiviso - spiega La Russa - con i piani di cintura affidati alla Provincia, come vuole la legge». Soddisfatto il presidente di Palazzo Isimbardi, Guido Podestà, che lascia definitivamente alle spalle gli screzi avuti con il sindaco Moratti sul caso Ligresti. «Tra me e il sindaco Moratti - spiega - c’è sempre stato un ottimo rapporto non solo come istituzioni ma anche a livello umano. C’è stato un confronto di idee fra gli uffici e fra gli assessori, e questo è normale che sia perché ognuno avendo le proprie responsabilità deve risponderne. La situazione mi sembra molto molto ben avviata». Stesso ottimismo anche a Palazzo Marino. Sui terreni interessati nella vicenda Ligresti, si stanno approfondendo alcune questioni su Natta e Maccagno. Per quanto riguarda invece la variante di Bruzzano, se ne occuperà la Regione Lombardia. «C’è un’ottima collaborazione fra Comune e Provincia» conferma, all’uscita della riunione di ieri, il vice presidente della Camera e responsabile cittadino del Pdl, Maurizio Lupi. «Sono confermati i tempi che il Comune aveva richiesto - spiega - e parallelamente si è dato un piano dei tempi anche alla Provincia per i piani di cintura, in modo che procedano parallelamente pgt e piani di cintura».

A intervenire nel dibattito sul piano del territorio è anche l’associazione Codici, in difesa dei diritti del cittadino, che chiede di mantenere alta l’attenzione sul trasporto pubblico «perché stiamo parlando di una città che ogni giorno raddoppia i propri abitanti per il fenomeno del pendolarismo». Contenti per lo stralcio delle aree verdi anche gli ambientalisti, che tuttavia chiedono interventi per piste ciclabili e mobilità pulita.

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