Questo clima ricorda in maniera inquietante quello della prima elezione di Antonio Bassolino a sindaco di Napoli, nel 1993. Anche lì e allora, velocissima canonizzazione con assunzione delleletto nell'empireo dei salvatori della patria: Bassolino santo subito. Si decantò con entusiasmo il «Rinascimento napoletano?» Be sappiamo comè andata a finire.
Intanto san Giuliano milanese annuncia la «linea referendum»: «Li useremo per sondare la città», «unidea di governo aperto ai milanesi che non cala le decisioni dall'alto».
Scusi, signor sindaco, ma a parte la solita retorica tipica della sinistra delle decisioni che non devono «calare dallalto» ma «devono venire dal basso», a parte l'inquietante evocazione di un regime assembleare, a parte che non siamo in Svizzera, ma non l'avevamo eletta perché lei prendesse le decisioni? Non è così che funziona la democrazia rappresentativa? Anche perché una istituzionale rappresentanza della città a sua disposizione cè, è il Consiglio comunale. O intende scavalcarlo ed esautorarlo con una raffica di referendum? Le lo facesse un sindaco di centrodestra verrebbe linciato con laccusa di populismo e demagogia.
Signor sindaco (mi permetta di chiamarla così, anche se lei vuole essere chiamata semplicemente «sindaco»), accetti un consiglio: qualche giorno di meritato riposo può essere utile anche per prendere prudentemente le distanze dalle folle e dai giornali osannanti. E per ristabilire un corretto contatto con la realtà.
Carlo Maria Lomartire
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