Sanguineti traduce le «radici» della tragedia

C’è un bisogno estremo di scandagliare le radici della disperazione, del dolore, del destino umano - singolo e collettivo - negli ultimi lavori di Egumteatro, compagnia di ricerca diretta da Annalisa Bianco e Virginio Liberti, che questa sera presenta alla Sala Uno (rassegna «Le vie dei festival») Che tragedia!, su testi antichi tradotti da Edoardo Sanguineti. Questo spettacolo arriva dopo l’inquietante e intenso Un anno con 13 lune visto nelle sere scorse e già apprezzato all’ultimo Festival delle Colline Torinesi: spaccato contemporaneo intriso di fassbinderiana desolazione (ad ispirarlo è l’omonimo film del regista tedesco) che costruisce, intorno alla fragile figura del transessuale Erwin/Elvira (uno straordinario Michele Di Mauro), l’epopea grottesca - e a tratti persino brechtiana - di uno «scuoiamento» dell’anima, peraltro alluso anche in sanguinolenti immagini di macello, necessario a mostrare il vuoto dell’esistenza, il non senso fatale della vita.

Qui ancora più mortiferi e angoscianti perché evocati tra quadri cabarettistici dove si ride, si balla, si sentono musiche e canzoncine altisonanti, si scende verso la distruzione totale dell’Io con addosso la maschera vistosa - ma afona - dell’ironia più acre. La vetrina romana prosegue fino a domenica 23. Informazioni: 06/3202102; info@leviedeifestival.it.

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