Sanità «on line» con il sistema e-care

Francesco Gambaro

A Bologna e Ferrara, seppur in via sperimentale, da un anno è già una realtà l'e - care, ovvero l'assistenza elettronica della famiglia attraverso i sistemi di telemedicina e teleconsulto che portano i servizi socio sanitari dentro le case. A Genova la strada da fare è ancora molta, ma prima o poi ci si arriverà. Parola di Claudio Montaldo, assessore alla Salute della Liguria, ieri intervenuto al dibattito sul libro di Mauro Moruzzi «Reti del nuovo Welfare. La sfida dell'e - care» (Franco Angeli editore). Nella sala forum della Fnac hanno portato il loro contributo Francesco Beltrame, della facoltà di Ingegneria di Genova, Giancarlo Torre, presidente del corso di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Angela Testi di Economia. E Mauro Moruzzi, direttore generale di Cup 2000, e ideatore del Cup, il primo sistema elettronico di accesso alla sanità. Ecco, l'e - care rappresenta il passo successivo, il suo sviluppo naturale. «Mentre con il Cup - spiega Moruzzi - è possibile prenotare on line le prestazioni sanitarie, attraverso il nuovo sistema si potrà accedere a tutti servizi, dalla telemedicina, alla telecompagnia, dal teleascolto, alla teleinformazione». In che modo? Collegandosi da casa, tramite videotelefono, all'operatore del call center, «la figura amica che comparirà in qualsiasi ora del giorno e della notte nello schermo per ogni necessità». Nel capoluogo emiliano un esperimento del genere funziona da un anno con 800 anziani che usufruiscono dei servizi di teleconsulto e telemedicina, grazie ai contributi della Regione e di una Fondazione bancaria. Tra i vantaggi anche la possibilità di ridurre del 10 per cento l'ospedalizzazione impropria degli ultra settantenni e del 30 per cento il ricovero nei pronto soccorsi.


I costi? «Un euro a famiglia», scandisce l'autore del libro. Per il professor Torre «anche il medico dovrà adeguarsi a questa trasformazione, rinunciando a una visione ospedalocentrica e diventando un semplice accompagnatore del cittadino».

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