A Sant’Ambrogio avanti tra le proteste

I residenti: «Lo scavo è troppo vicino al campanile»

Luciana Baldrighi

Torniamo ancora sul parcheggio sotterraneo di piazza Sant’Ambrogio. Siamo spinti a farlo per le continue lamentele sia degli abitanti della zona sia per le perplessità sollevate da un gruppo di noti architetti preoccupati per il degrado ambientale della piazza più antica di Milano. Come si ricorderà il nodo del problema è dovuto al fatto che da un lato le imprese costruttrici del parcheggio, la Borio Mangiarotti e la Botta affermano di stare eseguendo dei lavori di assaggio per conto della Sovrintendenza, atti a stabilire se il sottosuolo della piazza è idoneo per la costruzione di cinque piani di parcheggio con in entrata e in uscita un flusso giornaliero di 500 mezzi compresi pullman, autobus e moto.
Dall’altro lato un pool di appassionati, di ambientalisti, architetti, storici, intellettuali e ingegneri sostiene che un intervento del genere indipendentemente dal placet o meno dell’Amministrazione Comunale e delle Belle Arti infliggerebbe un duro colpo all’estetica e alla stabilità della piazza. Con gli scavi a due metri dalle case sono stati chiamati i vigili per verificare la stabilità degli edifici. D’altra parte Anna Giorgi, progettista dei lavori, difende il suo progetto sotto il profilo estetico: «La piazza sarà più ordinata, non verrà intaccata nel suo complesso salvo alcune modifiche necessarie. La rotonda di largo Gemelli verrà ristretta per assicurare un traffico più ordinato».
«La discussione intorno al futuro della piazza è stata in qualche modo avvelenata dal silenzio. È risultato infatti difficile avere risposte precise dalla Sovrintendenza e poter parlare con i responsabili comunali», spiega l’ex assessore e consigliere di Palazzo Marino, Giovanni Testori.
«Non dimentichiamo che il primo gigantesco scavo è sorto a soli 40 metri dal campanile della basilica. Con la nuova voragine si continua a non rispettare la profondità di scavo. La Fiera degli Oh bej oh bej vale più delle elementari leggi di difesa dei beni ambientali», protesta una residente. A suo parere «Lo scavo lungo il porticato della basilica e lungo il viale alberato è stato ricoperto di catrame per ospitare la fiera. Chiedo alla Sovrintendenza di informare la cittadinanza. Stiamo vivendo uno scippo ambientale, economico, di traffico e subendo un grave danno acustico». Come sostiene l’impresa Mangiarotti i residenti non avranno più il parcheggio gratuito come sulla piazza ma dovranno acquistarlo dai 37mila ai 50 mila euro.
«È un’offesa per i milanesi e una deturpazione - si lamentano i cittadini - che in qualche modo lede anche i sentimenti religiosi della gente. La delicatezza del sito, ricco di resti archeologici avrebbe dovuto consigliare un concorso pubblico con regolare gara d’appalto. L’idea di risolvere il problema del traffico aumentando i parcheggi in centro è cervellotica, il sospetto di affare immobiliare è legittimo. I parcheggi periferici presso i nodi di interscambio».


L’avvocato Ezio Antonini attende di visionare gli atti in quanto non dà tutto per perduto: «L’intera operazione potrebbe essere ancora fermata. Nell’attesa, comunque bisogna rassegnarsi a dire addio ai vecchi lastroni, al porfido rosso, a una fetta dei giardini e a abituarsi alle lastre autobloccanti».

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