Santanchè alle donne: "Alleatevi insieme a me in difesa delle pensioni"

L’ex sottosegretario sfida la piazza rosa di oggi: "Avere lavoro e famiglia è un mestiere usurante, a riposo prima"

Santanchè alle donne: "Alleatevi insieme a me in difesa delle pensioni"

Daniela Santanchè, lei quando va in pensione?
«Trovo scandaloso che né i sindacati né il Pd abbiano detto nulla sull’età pensionistica delle donne».

Guardi che anche Berlusconi voleva riformare le pensioni.
«Tanto per cominciare noi volevamo spostare in avanti l’età, ma non avremmo mai diminuito gli importi, come invece accadrà con la parziale indicizzazione».

Diceva delle donne.
«Siamo dispari in tutto, tranne che sulle pensioni. Io voglio gli stessi doveri e gli stessi diritti».

Benvenuta, e come si fa?
«Voglio che passi il concetto che le donne fanno un lavoro usurante, e quindi devono andare in pensione prima».

Beh non tutte fanno un lavoro usurante.
«Sì invece! Perché noi dopo il lavoro dobbiamo prenderci cura della casa, della famiglia».

Essere donna come lavorare in miniera.
«Peggio! Dalla miniera dopo otto ore esci. Noi dopo otto ore, ne iniziamo altre otto a casa».

Boutade a parte...
«Ma non è una boutade. È una battaglia che io inizio da domani, anche in rete».

Allora domani, cioè oggi per chi legge, potrebbe andare in piazza con le donne del comitato «Se non ora quando».
«Ha visto come sono sobrie? Ma le capisco, non hanno più il nemico Berlusconi, ed è avere un nemico che scatena le passioni».

Niente alleanza, peccato.
«Sa cosa le dico? Che se sosterranno questa battaglia potrei anche unirmi a loro. Ma non ci sto a dire, come mi pare stiano dicendo, che accetteranno di andare in pensione più tardi in cambio di un welfare diverso, e che sono disposte ad altri sacrifici».

Monti dice che il sacrificio salva l’Italia dal default.
«Ma sulle donne risparmiano già, guadagniamo il 30 per cento in meno degli uomini! E poi tutto il resto. Vogliamo parlare dell’Ici? Lo Stato deve vendere i suoi gioielli, prima di chiedere alle famiglie di vendere i loro, e cioè le case».

C’è sempre quel problemino del default...
«Ma lo spread se ne fotte delle pensioni e dell’Ici! Perché non ho visto tagli ai costi della politica, alle indennità dei parlamentari? E quella bufala sull’abolizione delle Province?».

Non salva niente di questa manovra.
«Sono molto delusa. Guardi, è vero: il governo Berlusconi non ha fatto tutto quello che avrebbe potuto o voluto. Ma abbiamo avuto il pregio assoluto di fare da argine sull’aumento delle tasse. A un mese dal passo indietro del Cavaliere, fra tasse dirette e indirette gli italiani hanno un mese di stipendio in meno».

Gli italiani vi rimpiangeranno.
«Alla fine ci diranno: ridateci Er Puzzone».

E la Santanchè.
«E le Carfagne e le Prestigiacomo. Ha visto come sono grigi i talk show? Perderanno audience. Che poi anche tutta questa sobrietà mi dà la nausea. Alla Scala non mi sono parsi tanto sobri».

Lei c’era?
«No, ho voluto essere più sobria dei sobri. Ma vede, definiamo sobrietà. Monti dice che ha rinunciato all’indennità da premier e che a Bruxelles dorme a casa sua: lo può fare perché è ricco!»

Santanchè più sobria di Monti.
«Ne vuol sapere una? Io la mia indennità da parlamentare e da sottosegretario l’ho sempre devoluta, ma non ho fatto annunci».

È infastidita dai commenti tipo: finalmente al governo un po’ di signore composte?
«Mio padre mi ha insegnato che solo quello che si ruba si nasconde. E io non ho mai rubato né mi sono venduta. Quindi mi faccio vedere per quella che sono».

Non le piacciono le tre nuove ministre?
«Diciamo che preferisco chi piange in privato.

E che se mai, avrei preferito una lacrima sulla guancia di Passera, invece che su quella della Fornero. Ma anche in questo sono delusa. Se in politica noi donne siamo arrivate dopo, sul fronte tecnico invece siamo le più preparate. In un governo tecnico mi sarei aspettata solo donne, e al massimo tre uomini».

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