La sapete l’ultima? Il voto all’estero non è ancora finito

Spariti plichi e schede, 27 seggi senza esito in Europa e Americhe

da Milano

Per rendersi conto del caos basta prendere le pagine bianche, cercare il numero del Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, il mega hangar fuori Roma dove si scrutinano i voti dell’estero, e telefonare. «Pronto? No, non posso passarle nessuno, il centralino è disabilitato, come glielo devo dire che qui non c’è nessuno che può parlare con i giornalisti. Provi un po’ col ministero». Click. Un breve scambio kafkiano con il portiere e non ci si meraviglia più di niente. Nemmeno che nove giorni dopo le elezioni, 27 seggi (ma li chiamano Enti) delle circoscrizioni estere non siano stati ancora scrutinati. Anzi peggio, che di quei voti non si sappia nulla. Spariti, e chi si è visto si è visto.
L’ultimo aggiornamento del Viminale risale al 16 aprile, cioè sei giorni fa, da allora nessun cenno di vita sulle caselle ancora scoperte del voto all’estero. Ma cosa è successo? Che fine hanno fatto i plichi di nove «collegi» in Argentina, di altri cinque in Brasile, di un altro in Cile? Non sono mai arrivati? Sono arrivati e giacciono da qualche parte nei 50mila metri quadrati del Centro polifunzionale? Chissà. La situazione più caotica riguarda i plichi provenienti dall’America Latina. Ma anche in Europa le cose vanno male. Mancano ancora molti voti raccolti in Germania, Inghilterra, Svizzera, Belgio e Olanda. In totale siamo ancora fermi ai 1282 enti rispetto ai 1309 complessivi. Ed è così da una settimana ormai.
Sul sito internet dell’Interno si spiega l’enigma in modo lapalissiano: «Non risultano comunicati i dati relativi alle sezioni mancanti». Cioè, non vi comunichiamo i dati perché non abbiamo i dati da comunicarvi. Fin qui ci saremmo arrivati da soli. Ma il motivo? Mistero. Provi a sentire il ministero e l’addetta spiega che «ci stanno lavorando, domani si saprà». Oggi però non sanno niente e al ministero sembrano cadere dalle nuvole quando si chiede la ragione del ritardo. In un’intervista all’Apcom di sette giorni fa il presidente dell’Ufficio centrale Circoscrizione Estero della Corte d’Appello di Roma, Claudio Fancelli, azzardava ancora previsioni ottimistiche: «I dati definitivi? Potrebbero arrivare a tarda notte, o al massimo domani». Questo succedeva però il 14 aprile. Nel frattempo sono emerse stranezze e presunte irregolarità. Lo stesso Fancelli ha segnalato la presenza di schede che sembrano diverse da quelle ufficiali, per la consistenza della carta e la tonalità dei colori, e di altre che sembrano compilate da una stessa mano. I verbali contestati sarebbero un numero «consistente» - ha riferito all’Aise (Agenzia stampa estero) una fonte del Centro -. Stranezze che rallenterebbero le operazioni di verifica e che potrebbero finire all’attenzione della Procura di Roma.
Eppure il personale sufficiente ci sarebbe. Al Centro sono impiegate 7.200 persone solo per lo scrutinio.

Una cittadella del voto dove però regna la confusione. Secondo il giornale on line Italia estera in realtà mancano molti presidenti di seggio e scrutatori, che hanno inviato un certificato medico per giustificare l’assenza.

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