Taranto - La permanenza in acqua per 41 giorni del corpo di Sarah Scazzi non permetterà, in sede medico legale, di rilevare tracce di abuso sessuale sul cadavere della quindicenne assassinata il 26 agosto scorso dallo zio reo confesso, Michele Misseri. Secondo fonti vicine alle indagini, eventuali tracce di violenza sessuale potrebbero essere rilevate dai carabinieri incaricati di rintracciare il dna di Misseri sul corpo della ragazzina. E' stato lo stesso Misseri a rivelare agli inquirenti, durante la sua lunga confessione, di aver abusato sessualmente della nipote quando questa era già morta.
L'accertamento degli abusi L’attesa è ora per l’esito dell’esame del Dna compiuto dai carabinieri dal quale potrebbero arrivare risposte certe sulla violenza sessuale. Tuttavia - viene sottolineato in ambienti investigativi - anche se questo esame sarà negativo non si potrà mai escludere che la violenza sia stata compiuta, proprio perchè il cadavere è stato in acqua per 41 giorni e, al momento del ritrovamento, era fortemente deteriorato. Della violenza sessuale completa compiuta sul cadavere di Sara ne parla nella sua confessione lo stesso zio, che è per questo accusato anche di vilipendio di cadavere, oltre che di omicidio volontario aggravato dal motivo abietto e di occultamento di cadavere. Sul contenuto della confessione sono in corso indagini per verificarne la veridicità.
Il tampone vaginale "Ho sempre detto che solo dal tampone vaginale che ho fatto si potrà stabilire quanto è successo", spiega ad Apcom Luigi Strada, direttore dell’istituto di medicina legale dell’università di Bari, il medico legale incaricato dell’esame sul corpo di Sarah. "I risultati dell’autopsia - precisa Strada - saranno resi noti solo tra sessanta giorni circa". Sulla possibilità di accertare se ci sia stata o no violenza sessuale sul corpo della giovane, il professor Strada precisa che rispetto a quanto ha dichiarato la scorsa settimana "non c’è lo spostamento nemmeno di una virgola", ossia che bisognerà attendere l’esito degli esami specifici.
Lo choc da strangolamento Sarah è andata in stato di choc appena lo zio ha cominciato a stringerle la corda attorno al collo: la ragazzina ha subito perso i sensi ed è poco dopo caduta per terra. Secondo gli esami medico-legali compiuti dal professor Luigi Strada, proprio lo stato di choc ha impedito alla quindicenne di capire quello che stava avvenendo e, proprio per questo, Sara non ha sofferto. Secondo alcune prime valutazioni basate sulla corporatura e sull’età della vittima, Sarah sarebbe morta in circa due minuti dall’inizio dell’azione meccanica dello strangolamento.
I sospetti sulla cugina Vertice in procura con il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino, il sostituto Mariano Buccolieri, il comonandate provinciale dei carabinieri colonnello Giovanni Di Blasio e quello del reparto operativo Russo. Occhi puntati Sabrina Misseri, figlia dell’uomo in carcere. L'amica del cuore e cugina di Sarah potrebbe infatti sentirla nuovamente. Intanto un altro giallo emerge dalla vicenda: i resti del rogo fatto da Misseri, come lui stesso ha confessato, con i vestiti di Sarah non è stato ritrovato, e a quanto pare nessuno lo sta cercando.
"Non escludo di aprire un’inchiesta sulla fuga di notizie riguardanti i verbali secretati. - ha detto il procuratore capo Sebastio - per quanto riguarda le indagini, posso dire che stiamo lavorando e valutando elementi. Al momento non posso rispondere alle vostre domande".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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