«Sbagliato brindare: Monti peggio del Cav»

Marco Ferrando è il leader del Partito comunista dei lavoratori. Ma a Monti non brinda neppure lui, anzi...

«Sbagliato brindare: Monti peggio del Cav»

Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori, è ubriaco a furia di brindare alla caduta di Silvio il despota?

«Credo di essere il solo a sinistra che non brinda».

Ma se pochi mesi fa chiamava la piazza a rovesciarlo come in Libia!

«Appunto, se i movimenti dei lavoratori e le sinistre lo avessero rovesciato con una forte mobilitazione, oggi non avremmo il problema del governo Monti».

Era meglio il Cavaliere del banchiere?

«Berlusconi è stato tradito dai poteri forti: banche, industriali, Vaticano. La borghesia lo ha sostenuto fino a quando ha avuto una larga maggioranza. Quando Fini lo ha mandato in crisi, lo ha scaricato. Sono loro a decidere i governi».

Lo sa che dice le stesse cose di Berlusconi?

«Berlusconi sa che funziona così. È stato così anche con Prodi: lo hanno appoggiato fino a quando ha fatto politiche capitaliste. Quando le stesse politiche lo hanno distrutto, l’hanno mollato».

Erano meglio 13 milioni di italiani che votavano Berlusconi, dell’oligarchia dei banchieri?

«I banchieri decidono anche quando il popolo sceglie. L’unica differenza è che adesso al governo ci sono andati direttamente loro».

Beh ma è un governo di unità nazionale, no?

«È l’unità nazionale della borghesia, alla quale va contrapposta l’unità nazionale della lotta dei lavoratori. Anzi, faccio appello alle sinistre».

Compagni, armiamoci e...?

«E diamo inizio a una vera stagione di opposizione, con un sit in davanti a Montecitorio quando il nuovo governo si insedierà».

Lo sa che ci sarà solo lei, no? Bersani dice che è merito del Pd, se è caduto il governo.

«Figuriamoci! Anzi! Il centrosinistra per anni ha cercato di succedere a Berlusconi in rappresentanza dei poteri forti, e proprio nel momento in cui doveva raccogliere i frutti è stato costretto a passare la mano: Bersani ha sacrificato la sua carriera all’interesse confindustriale, e la capitolazione a Monti di Di Pietro e Vendola è il tradimento del loro elettorato popolare».

È la «bandiera

bianca della resa» di Lenin sull’armistizio nel 1917.

«Ma Lenin aggiunse che su tutto il mondo sarebbe tornata a sventolare la bandiera rossa della rivoluzione. Di fronte alla catastrofe del capitalismo, sarà così».

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