Il suggestivo gusto retrò incastona in una lira adorna di rami di quercia i medaglioni con limmagine dei primi interpreti di Adriana Lecouvreur. Lambito è quello della famose stagioni organizzate al Lirico di Milano dalleditore Sonzogno, il talent scout della «giovane scuola». Il padrino del «verismo» in musica.
È il 6 novembre 1902. Sul podio il mitico Cleofonte Campanini. Tra il pubblico anche Massenet, Giordano, Leoncavallo, DAnnunzio. Il successo consacra Francesco Cilea. Lanno successivo lopera è allestita in ventiquattro teatri. Quindi inizia il «giro» in Europa e nelle due Americhe. Cilea è dunque collocato alla voce verismo. Sostanzialmente un movimento letterario con diramazioni nelle arti figurative. Il gruppo «dalla vena breve» è costituito da autori che lanciano il loro jaccuse socio-esistenziale e in genere si esuriscono lasciando alla storia un unicum dautore. I protagonisti sono diversi tra loro.
Non parliamo di Puccini, cronologicamente inserito ma baciato da ben altro talento, ma anche di Cilea. Un signore calabrese daltri tempi, alla Corrado Alvaro, come ricorda Magda Olivero, la «sua» Adriana. Un animo schivo e pudico che tuttavia abbraccia quella moda convinta di apporre la firma ad un melodramma rinnovato sulla scia dei suoi passati fasti.
Tra i personaggi del libretto (Arturo Colautti) ricavato dallAdrienne Lecouvreur di Scribe e Legouvé, la nuova espressività è presente. Sebbene riguardi maggiormente la figura della Principessa, meno quella di Maurizio, quasi per nulla Adriana. Se non nella scena della declamazione dei versi della Fedra di Racine. Ispirata alla vera, divina, Adrienne Le Couvreur (1692-1730), la regina della Comédie-Française entrata nella cronaca di una mort parfumée (il fatale mazzo di violette), anche lAdriana di Cilea frequenta gli affollati foyer teatrali e le aristocratiche sale avvelenate dagli intrighi di palazzo.
Il compositore tratteggia per lei una linea vocale simile alla propria introversa interiorità. Niente effusioni amorose, ma situazioni che la trasformano in tragèdienne messaggera del vero estetico. A tratti vicina agli opposti decadentismi di DAnnunzio e Pascoli. La sua melodicità affettuosa e astenuta evoca spesso Pergolesi, o Jommelli. Insomma, la scuola napoletana. Quella delle corde di Cilea. La complessità dellazione che stilizza il Settecento e le molte possibilità espressive dei protagonisti fanno dellAdriana lopera più soggetta a diventare come i suoi eroi comandano. Per la direzione di Stefano Ranzani e la regia di Lamberto Puggelli lAdriana scaligera riprende lallestimento dell89.
Adriana Lecouvreur
diretta da Stefano Ranzani
Teatro alla Scala
da martedì al 28 aprile
Prezzi da 170 a 10 euro
Infotel 02-72003744
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.