Seduzione dell’oro o maledizione del capitalismo. Teatro della decadenza d’Europa e della sua borghesia ottocentesca, ma anche videoclip o soap opera di fratelli incestuosi e adulteri in un solo amplesso, spade imprigionate nel tronco, anelli magici, draghi e giganti. Eroi chiamati dal destino a salvare valchirie, vergini guerriere che conducono gli eroi morti in battaglia nel Walhalla. Archetipo del fantasy. E perfino condita dal «piatto del Nibelungo» di Gualtiero Marchesi (capriolo con salsa grand veneur) per sposare la teutonicità di Richard Wagner alla Francia del sovrintendente scaligero Stéphane Lissner. E poi la regia techno del belga Guy Cassiers e la Cavalcata resa celebre e pulp dall’Apocalypse now cinematografica. Difficile anche quest’anno, nonostante tutto questo, rendere potabile al popolo della prima di sant’Ambrogio un altro Wagner a soli quattro anni dal Tristano e Isotta del 2007. Cinque ore di musica e poco sollievo del videolibretto in italiano, inglese o tedesco per decifrare Waltraud Meier-Sieglinde, Nina Stemme-Brunhilde, Simon Ò Neill-Siegmund e John Tomlinson-Hunding. Nessun coro, non arie ma una melodia continua e la saga circolare della granitica Tetralogia. Col rischio, anzi la certezza, che a non divertirsi saranno anche gli automobilisti costretti a peripli infiniti perché tutta la circolazione intorno alla Scala, a piazza Meda e in via Manzoni sarà bloccata. Per consentire l’arrivo di ospiti illustri tra cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio che, durante il secondo intervallo, incontrerà una delegazione dei lavoratori preoccupati per i tagli dei fondi pubblici alla cultura. Sarà, invece, il sovrintendente Lissner o forse il maestro Daniel Barenboim a tenere un breve discorso o forse a leggere un messaggio rivolto al presidente e al pubblico prima dell’inno nazionale. Tra il pubblico anche i due ministri lombardi Paolo Romani e Michela Vittoria Brambilla, il sindaco Letizia Moratti, il governatore Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Guido Podestà. Ma anche per le ormai tradizionali proteste. Il presidio dei Cub, gli extracomunitari della ciminiera Carlo Erba, artisti e lavoratori di Slc-Cgil con Toni Servillo, Paolo Rossi e Moni Ovadia. «La cultura nutre e dà da mangiare», sarà lo slogan. E poi gli universitari anti-Gelmini, gli studenti di Brera che annunciano «performance di protesta coreografiche e spettacolari». Probabili anche proteste all’interno del teatro definite da accordi tra i rappresentanti dei lavoratori e i vertici del teatro. L’anno scorso fu un minuto di silenzio prima dell’inno nazionale. «Stiamo riflettendo su come comunicare nella maniera migliore la preoccupazione per la cultura in Italia - aveva spiegato sabato scorso il sovrintendente scaligero Stéphane Lissner prima di assistere alla Valchiria dedicata agli under 30 - tutti siamo d’accordo nel dire che, come prevede la Costituzione, la repubblica deve sostenere la cultura».
Per melomani e appassionati, proiezioni in diretta e in alta definizione in 90 cinema di tutt’Italia e su Rai5 e Radio3. Al termine due cene ufficiali, quella del Comune a buffet nel Ridotto della Scala e quella degli sponsor alla Società del Giardino.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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