Per la prima alla Scala va in scena il Don Giovanni

L'opera di Mozart ha trionfato nel tempio della lirica sfidando pubblico e critica. Undici minuti di applausi da parte degli scaligeri

Per la prima alla Scala va in scena il Don Giovanni

Sono stati 11 lunghi minuti di applausi da parte del pubblico della Scala a confermare che la "sfida fatale" del "Don Giovanni" di Mozart (libretto di Lorenzo Da Ponte) con l'allestimento di Robert Carsen (che ha scelto come colore prevalente il velluto rosso) e diretto dal Maestro Daniel Baremboim è andata in porto bene. Lo stesso Baremboim il giorno prima ha spiegato al Teatro Ringhiera il capolavoro come è stato iterpretato senza nulla togliere a personaggio originale pensato dall'inquieto Da Ponte.

Applausi e lancio di fiori dunque per la coppia vincente, il regista Carsen e il direttore Baremboim. Un "Don Giovanni" inquietante, proprio come aveva supposto Beaudelaire che ne "I fiori del male" lo aveva messo all'inferno. Ma allo stesso tempo un protagonista che ha conquistato come sempre in quanto protagonista seducente in cima alle hit parade dei più grandi direttori d'orchestra perchè il genio di Mozart riuscì a dargli un'anima forte e per paura scelse la sua prima presentazione a Praga dopo il successo de "Le nozze di Figaro".

Donne, menzogne e sarcasmo, questa è stata la chiave di Don Giovanni che nulla ha a che fare con Casanova grande scrittore, politico e amante, come lui, del gentil sesso ma con il cuore. A provocare anche un nudo in scena per la prima volta nel Tempio della Lirica.

"Non volevo scandalizzare, volevo che il fascino seduttivo di Don Giovanni rimanesse intatto con il suo cinismo, ma anche con il suo carisma" ha detto il regista.

"Stiamo parlando di un mito resuscitato, l'irruzione nella camera di Donna Anna, i travestimenti che cambiano la personalità e quella musica forte e dolce al tempo stesso eterno e intramontabile.Il personaggio è rimasto intatto...", ha aggiunto il direttore Baremboim.

Nel Palco Reale il Presidente Napolitano, il sindaco Pisapia, il Presidente del Consiglio Mario Monti, con scorta (una piccola contestazione in proposito lo ha accolto a uova marce), tutti con signora e diversi ministri, l'ex magistrato Borrelli, ma anche personaggi del mondo dello spettacolo e della Lirica come Daniela Javarone e la famiglia Crespi, che hanno gettato uno sguardo un po' sbalordito a Valeria Marini che indossava un abito molto fasciante blu-azzurro. Vip che non fanno più presa a quanto pare in tempi più austeri.

Tra gli spettatori anche l'assessore Stefano Boeri con la moglie Maddalena - che indossava un soprabito in stile vintage di Romeo Gigli - il presidente della Provincia, Guido Podestà, con la figlia, il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, Barbara Berlusconi con il calciatore rossonero, Pato, Raffaella Curiel (che ha vestito la signora Napolitano), Camilla da Crema, Luisa Spagnol, Marinella di Capua, Cristina Rostello, Luisa Beccaria, Elisa Edmoul - arrivata vestita di tulle di Chanel al braccio del ballerino Roberto Bolle - René Caobilla, Gabriella Dompé, Laura Teso, Marta Brivio Sforza, Cinzia Sasso, Carlotta Moro Visconti e Mercedes Catania.

"La ci darem la mano...vorrei e non vorrei..." è una pagina di seduzione pura caratterizzata da una melodia dal profilo sinuoso, dolce, tondo, come si dice in gergo.

Al poema nel 1787 Mozart aggiunse alcuni brani musicali e ne sostitì con altri in occasione del debutto dell'opera a Vienna.

Cantano Don Ottavio e Donna Anna: "Protegga il giusto cielo...il zelo del mio cor": un aria dal riflesso emotivo, l'invocazione di Don Ottavio chiude con un'azione e una reazione psicologica inaspettatta nel luogo dove si svolgeva la festa organizzata dal libertino.

Dalle parole alla musica ciò che emerge è il chiaroscuro dell'anima di Don Giovanni, un dramma giocoso, una tragedia che riporta al ritorno delle origini. Non sembra rilevante se a suonare l'opera sia un'orchestra italiana perchè sono le sfumature delle note accompagnate ai dialoghi e al cora a fare un'esecuzione esemplare. Certo che gli applausi sono andati anche all'orchestra che sia nelle arie che nei finali ha dato il suo massimo.

In quest'opera dove il buffo e il tragico convivono sono importanti anche i costumi e le scenogarfie create in tanti mesi di lavoro nei laboratori dell'Ansaldo, una fucina dove nascono e muoiono i sogni. Scultori, sarti, falegnami, meccanici e pittori sono protagonisti come chi è sul palco: il cratere e la torre sono due esempi esemplari. I bozzetti dei costumi sono stati disegnati da Brigitte Reiffenstuel di Monaco di Baviera, mentre gli interpreti Peter Mattel e Bryn Terfel con Anna Nebtenko e Giuseppe Filanoti nel ballo alal fine del primo atto quando erano tutti in maschera hanno fatto un collage vocale degno della versione viennese. Mattei Peter è un baritono specializzato nei ruoli mozartiani, così come la bella Zerlina è stata incantevole.

Così con meno di duemila posti il Teatro alla Scala, grazie al Comune di Milano che ha venduto 110 biglietti e ha devoluto 200 mila Euro agli alluvionati liguri. E la serata si è conclusa con una cena di Gala alla Società del Giardino

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