Scalinata Borghese ricovero di sbandati

Scalinata Giorgio Borghese si è trasformata in un albergo a cinque stelle per senza tetto e sbandati. Tra i marmi e i preziosi bassorilievi fanno brutta mostra di sé giacigli improvvisati di barboni, incorniciati da cumuli di spazzatura. Nel bel salotto di Genova che da Tommaseo porta ad Albaro regna incontrastato il degrado. I passanti, giorno dopo giorno, sono costretti a constatare che la realtà è quella e non cambia da anni. «Guardi un po' che scandalo - dice la signora Gianna che assieme al marito abita da sedici anni nel quartiere -. Con altri condomini abbiamo raccolto numerose firme da mostrare alle autorità locali affinché prendano provvedimenti, ma è come se avessimo urlato al vento. Non le dico anche le numerose telefonate fatte ai vigili, ma i risultati non si vedono». La signora Gianna fa riferimento all'edificio antichissimo che s'innalza al centro della seconda parte di scalinata Borghese. «Un tempo quella bella costruzione era un ambulatorio medico comunale e una palestra ortopedica - continua -, ora è un'immensa pattumiera e il dormitorio di balordi che non sanno dove andare. I vigili chiudono con un lucchetto le porte che vengono regolarmente scassinate».
Essendoci poi due entrate non è semplice controllare questa gente che entra nell'edificio. Chiudono da un lato e quelli entrano dall'altro, per non parlare dei topi che rovistano tra i rifiuti abbandonati all'interno dell'ex ambulatorio e che poi, una volta sazi, escono per strada terrorizzando i passanti». L'hotel di lusso che è sorto su entrambi i terrazzi panoramici che si trovano in cima alla scalinata è diventato ormai l'esclusivo alloggio di barboni che si sono attrezzati di tutto punto: brandine, materassi, coperte, giornali, vestiti e persino stereo e set da cucina. Già, tra i senza tetto c'è chi ha fatto scorta di pentolini per prepararsi, con l'aiuto di un fornello a gas, qualcosa da mangiare. La società Progetti e Costruzioni dell’ingegner Davide Viziano, la stessa che ha realizzato il parcheggio sotto via Francesco Pozzo, ha presentato da tempo, d’accordo con la circoscrizione Medio Levante presieduta da Pasquale Ottonello, un disegno completo di recupero del monumento, e la speranza è che i cantieri possano partire al più presto. «Nel frattempo, il Comune qualcosa ha tentato di fare - racconta Massimo, un giovane che per recarsi tutte le mattine al lavoro è costretto a passare di lì -, stati spesi i nostri soldi, ma per cosa? No, così non si può andare avanti». Senza ritegno, dando un sonoro schiaffo alla decenza, eccoli i senza tetto mangiare, abbandonare rifiuti e dormire ai bordi della scalinata o dentro all'ex ambulatorio-palestra ortopedica. «Oltre a un discorso di sicurezza e di rispetto - interviene un altro anziano abitante di Albaro -, si deve pensare all'igiene.

Tra la spazzatura e tra quelle coperte e quegli stracci sporchi immaginate che schifo. Pensate se un bambino inavvertitamente si avvicina quali malattie rischia di prendersi. Non oso immaginarlo! Poi, in questa stagione fa caldo e la puzza che sale da questi ammassi di rumenta è insostenibile».

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