La scelta solitaria di Bagnasco: Tarquinio è il nuovo direttore di «Avvenire»

Ottantadue giorni dopo le dimissioni di Dino Boffo dalla direzione del quotidiano cattolico Avvenire la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha reso noto il nome del suo successore: è l’attuale direttore ad interim Marco Tarquinio, 51 anni, al giornale dal 1994, vicedirettore dal 2007. La scelta è dunque caduta sul giornalista che ha continuato a firmare il quotidiano cattolico, dimostrando di saperlo fare bene.
La nomina non ha certo rappresentato una sorpresa, quanto piuttosto una conferma: la conferma dell’indirizzo seguito da Avvenire in questi anni, vale a dire quello di un giornale che non intende tanto essere il contenitore delle varie voci del cattolicesimo italiano, quanto piuttosto il principale organo di informazione della Chiesa italiana, in grado di dare la linea in strettissimo raccordo con la stessa Conferenza episcopale. La decisione di ieri è dunque la conferma della linea espressa da Boffo, che due anni fa aveva chiamato Tarquinio da Roma nella redazione centrale di Milano, di fatto preparandolo per la successione. La scelta di Angelo Bagnasco, il presidente dei vescovi a cui è toccata la non facile eredità del cardinale Camillo Ruini - esperto dei meccanismi del governo curiale e della Cei, nonché buon conoscitore dei palazzi del potere politico - è stata massimamente soppesata e ponderata. Ed è stata presa in assoluta autonomia rispetto a tutti i palazzi del potere, compresi quelli d’Oltretevere. La Santa Sede fin dall’inizio aveva fatto sapere di non voler intervenire nella nomina, anche per smentire le voci (non infondate) di dissidi tra la Segreteria di Stato e la presidenza Cei. Era comunque noto che in Vaticano, ma anche nell’episcopato così come nel mondo dell’associazionismo, molti avrebbero desiderato che il cambio di direzione fosse l’occasione per un ripensamento sui media della Chiesa, sui loro obiettivi, sui mezzi più utili per ottenerli, anche in considerazione del grande sforzo economico che comportano. Ma un confronto sull’argomento non è stato neanche iniziato tra i vescovi italiani.
«Affidando la direzione a Marco Tarquinio - si legge nel comunicato diffuso dal cda di Avvenire, presieduto dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro - l’editore ha inteso valorizzare in primo luogo la grande esperienza professionale che il giornale ha maturato in questi ultimi anni». La continuità con Boffo è stata dunque messa nero su bianco. Di certo un iter così lungo per arrivare a una soluzione a portata di mano fin dal primo giorno, ha sorpreso più di qualcuno. E può essere letta come un segno dell’impasse vissuta in questi mesi dal cardinale Bagnasco, che dopo la fine dell’era Ruini si trova di fronte a un ritrovato protagonismo della Segreteria di Stato anche sul versante politico.

E si trova di fronte a un’episcopato che desidera decisioni più collegiali e una maggiore partecipazione alla definizione di indirizzi e delle strategie, come ha dimostrato l’ultima assemblea della Cei, caratterizzata da un dibattito come non si ricordava da molti anni.

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