Piero Pizzillo
Dopo 7 anni Fabrizio Panza, 40 anni, ha potuto ieri respirare a pieni polmoni, per essersi liberato di un peso che gli pendeva sul capo in conseguenza di un «peccatuccio estivo», costato caro, avendogli procurato larresto prima e poi la condanna per truffa a un anno di reclusione senza condizionale, inflittagli nel 2004 dal giudice monocratico Dino Di Mattei. La corte dappello, accogliendo listanza di patteggiamento presentata dal difensore Pasquale Tonani, gli ha dimunuito la pena a otto mesi, concedendo la condizionale e le generiche, negate in primo grado. Condanna, comunque coperta dallindulto.
Panza, ispettore dellAsl di via Frugone (costituitasi parte civile con lassistenza dellavvocato Enrico De Vincentiis) il 19 luglio 99 timbra il cartellino alle 6,50, ma in mattinata, approfittando della bella giornata di sole, telefona alla moglie per invitarla a una gita in barca. Ignaro dei sospetti che già gravano su lui e altri colleghi dellufficio ispettivo.
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