È scontro tra Asl e agenti sui corsi per trattare i folli

Dolore, gratitudine e rabbia. Con questi sentimenti Genova ha dato ieri nella cattedrale di San Lorenzo l’ultimo saluto a Daniele Macciantelli, il poliziotto ucciso giovedì scorso dal giovane psicopatico Danilo Pace. Il dolore è quello di quanti conoscevano l’assistente capo giunto dalla Spezia con una gran passione per il suo lavoro, «una persona fantastica», detto fuor di retorica. La gratitudine è quella dei cittadini che si sono stretti intorno al feretro, nel cordoglio spontaneo di chi comprende i sacrifici fatti dalle forze dell’ordine per proteggere la gente. La rabbia è quella di chi se la prende con la legge Basaglia ed è pronto a urlare che la colpa per questa perdita è di chi, o cosa, ha permesso alla follia omicida di esprimersi con forza distruttiva. Tra questi c’è anche Ottaviano Macciantelli, fratello della vittima, che con tono pacato, alla fine della cerimonia, ha espresso l’auspicio che in futuro «le persone con problemi mentali ricevano pure più adeguate». Sul punto la risposta da parte delle istituzioni non si è fatta attendere. «Abbiamo concordato con l’Assessorato alla Salute di riattivare presto un tavolo di coordinamento con le forze dell’ordine per giungere a una formazione adeguata del personale - ha dichiarato, poche ore dopo il funerale, Luigi Ferrannini, responsabile del Servizio Salute mentale della Asl 3 genovese - in genere per i trattamenti sanitari obbligatori, come nel caso di Danilo Pace, intervengono le guardie municipali, che hanno una preparazione specifica. Sarebbe opportuno formare altro personale per questo tipo di intervento». La prospettiva dei corsi di formazione, però, non incontra il favore dei colleghi di Macciantelli: «Ma se non abbiamo nemmeno i soldi per aggiustare il poligono di tiro - si sfogano - il nostro addestramento siamo costretti a pagarcelo».

Dello stesso avviso anche i consiglieri regionali Gianni Plinio (An) e Matteo Rosso (Fi) che hanno presentato una mozione urgente per invitare il Parlamento ad abrogare la legge Basaglia: «Non è così che si eviteranno in futuro tragedie del genere».

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