Scrive raccomandate a mezzo mondo ma gli risponde solo un magistrato

Scrive la sua denuncia quotidiana rigorosamente a mano: tre, quattro pagine quando è a corto d’argomenti, dodici o tredici quando è in vena e la penna va da sola. Poi mette la firma e l’indirizzo in calce - odia l’anonimato! - e spedisce il tutto a mezzo mondo, esclusivamente via raccomandata o telegramma. I destinatari abituali sono la Corte d’assise di Palermo, questure varie, l’Autorità portuale della Spezia, il senatore a vita Giulio Andreotti. E tanti giornali e riviste: The Times, Libero, Grazia, La Nazione, La Repubblica, Corriere della sera, Il Foglio, Il Secolo XIX, e il nostro Giornale. A volte, tra i privilegiati c’è anche Il Messaggero di Sant’Antonio e la Squilla dei Francescani di Posillipo. Dipende dal tipo di messaggio. Che è ampio, documentato, circostanziato e praticamente incomprensibile.

Gli argomenti spaziano, ma in sostanza vanno a parare sempre lì: la corruzione mafiosa estesa ai massimi livelli. Lui, il denunciante, non risparmia nessuna categoria: politici, magistrati, casalinghe, omo e eterosessuali e naturalmente giornalisti. Ogni tanto se la prende anche col Cavaliere e il Professore, par condicio. (...)

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