Scuola, caccia al posto Oltre diecimila le supplenze in palio

Ancora molte le cattedre vuote: poco più di 1.300 le nomine per gli insegnanti di ruolo, poi sarà la volta dei contratti a termine

Augusto Pozzoli

Caccia a un posto di lavoro nelle scuole di Milano e provincia: per assicurare gli organici necessari all’avvio delle lezioni nel prossimo anno scolastico. Il numero dei posti vuoti infatti è ancora rilevante, ma solo una minima parte consentirà nomine di ruolo: poco più di 1.300 di insegnamento (il 30 per cento delle cattedre vuote), e 188 (il 4 per cento dei posti) per bidelli e personale di segreteria. Coperti questi posti, bisognerà occuparsi degli altri rimasti vuoti attraverso nomine a tempo determinato, le cosiddette supplenze: si calcola che complessivamente siano oltre 10mila i posti da coprire entro l’inizio delle lezioni.
Oggi i rappresentanti dei sindacati della scuola incontreranno il responsabile del Csa (l’ex provveditorato), Antonio Zenga, non solo per concordare criteri e calendari di convocazione di chi ha diritto a un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma anche per valutare quante cattedre rimarranno ancora da coprire. Ogni scuola è dotata di due tipi di organici: quello cosiddetto di diritto, l’unico su cui è possibile effettuare delle nomine di ruolo, e quello di fatto, vale a dire del personale richiesto ogni anno per rispondere a tutte le esigenze. Posti in più, insomma, rispetto a quelli previsti con i criteri delle leggi vigenti, tendenzialmente restrittivi.
Ed è appunto nell’organico di fatto che si cercherà di fronteggiare le richieste di personale più pressanti: il doppio insegnante nelle classi a tempo pieno nelle elementari, gli insegnanti di sostegno per assistere gli alunni disabili, gli insegnanti necessari per l’integrazione degli alunni stranieri.
In questo quadro la questione più spinosa resta quella del tempo pieno: ci sono 90 scuole milanesi a cui manca almeno un insegnante per assicurare le compresenze (4 ore settimanali con due docenti insieme contemporaneamente per formare gruppi di lavoro diversificati). Dopo le proteste di docenti e genitori delle scuole coinvolte, il ministero della Pubblica istruzione ha assicurato l’invio di risorse in più rispetto a quelle previste. Basteranno? Il direttore scolastico regionale Mario Dutto dà una risposta di cautela: «Alle scuole a cui sono stati tagliati due posti – dice – ne restituiremo uno». Pare che si risolverà anche il problema di qualche taglio singolo, ma in generale alcune scuole dovranno subire qualche sacrificio. Anche perché ci sono da riservare risorse anche per altre necessità di organico, come quelle necessarie per aiutare gli alunni stranieri e gli alunni disabili a integrarsi nelle classi.

In ogni modo si dovrà fare i conti con una coperta corta, e sembra inevitabile che molte richieste non saranno soddisfatte. La scuola milanese dovrà ancora una volta far ricorso a migliaia di precari per poter funzionare.

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