Alla scuola di Milano il programma parla arabo

Nel piano didattico per i bambini lo studio della lingua italiana è minoritario. Ancora in dubbio l’autorizzazione del Comune

Gianandrea Zagato

da Milano

Più arabo che matematica. Ma anche insegnanti egiziani che insieme a quelli italiani seguono i programmi ufficiali dei due sistemi scolastici, con lezioni dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 14. Sintesi del progetto didattico consegnato all’ufficio scolastico provinciale dai responsabili della scuola araba di via Ventura, che vorrebbero riprendere le attività dalla prossima settimana.
Ma sul ritorno in aula dei sessanta bambini musulmani pesa l’incognita del «sì» del Comune di Milano, che fa sapere di aver «ricevuto la richiesta di agibilità solo in data 17 ottobre»: «Sì, appena tre giorni fa e, quindi, l’autorizzazione sarà data dopo le opportune verifiche e, attenzione, si tratta di un’autorizzazione relativa unicamente alla struttura e non certo alla didattica» sostiene Paolo Massari, presidente della commissione comunale Educazione. Come dire: «Il “sì” all’apertura della scuola araba non la dà l’amministrazione comunale bensì il direttore generale della direzione scolastica regionale Mario Dutto. Quando riceveremo tutte le carte che testimoniano la messa in sicurezza, non faremo altro che portarle all’autorità scolastica regionale». Che, tra l’altro, già ha richiesto e ottenuto tutto il materiale scolastico che sarà utilizzato nei locali della scuola araba.
«Per costruire il progetto didattico si è messo in pratica un piano aggiornato alle norme attualmente in vigore in Egitto. Due i livelli scolastici previsti: scuola primaria, le elementari, e scuola secondaria di primo grado, le medie inferiori» spiega Lidia Acerboni, direttrice della scuola di via Ventura, che già in passato aveva avuto contatti con quella scuola islamica illegale di via Quaranta.
Quali le materie insegnate, le metodologie e i loro contenuti? «L’’insegnamento della lingua araba seguirà i programmi del ministero dell’Istruzione egiziano. Delle cinque ore e mezza giornaliere tre saranno in arabo e il restante in italiano». Previsto anche l’insegnamento dell’inglese «affidato a un docente bilingue in modo che possa armonizzare i due programmi», mentre per la matematica «l’insegnamento prevede moduli nelle due lingue e moduli in compresenza (docente italiano e docente arabo) in modo che gli allievi acquisiscano i due lessici specifici». Due ore settimanali di Corano, sia alle elementari che alle medie «come previsto dalla normativa italiana» ma i ragazzi «non avranno a disposizione solo un libro di religione musulmana ma pure uno per quella cristiana». Naturalmente, osserva la professoressa Acerboni, «saranno i genitori a decidere in proposito». E ancora scienze, geografia, tecnologia e altre materie per un totale di 891 ore di insegnamento che, annota il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, «difficilmente potranno essere portate a termine dopo che l’istituto di via Ventura ha accumulato un ritardo di quaranta giorni rispetto all’inizio dell’anno scolastico». Motivo più che sufficiente, aggiunge De Corato, per chiedere al «ministro Giuseppe Fioroni se ancora ci sono i presupposti formativi per garantire un regolare percorso agli alunni di via Ventura».


Intanto, la Lega milanese preannuncia una raccolta di firme e una mozione consiliare per chiedere al sindaco Letizia Moratti «di fare in modo che messaggi di resa nei confronti del mondo islamico non partano da Milano».

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