Scuola, Penati «risparmia» e taglia Internet alle superiori

Dopo le spese per i telegrammi tocca al Web. La protesta dei presidi

Augusto Pozzoli

Dopo le spese per i telegrammi, la Provincia taglia alle scuole (le superiori, quelle di sua competenza) anche le spese per i collegamenti a Internet. Un brutto colpo dalla giunta di centrosinistra guidata dal Ds Filippo Penati, ai bilanci scolastici, sempre più in difficoltà nell’assicurare agli studenti servizi e strutture aggiornati. E intanto scoppia un altro caso: in una ventina di scuole l’Esatri, l’agenzia comunale delegata alla raccolta delle entrate, sta pignorando gli automezzi perché non risulta riscossa la Tarsu (tassa rifiuti) relativa al 2001. Una delle scuole coinvolte è l’Istituto alberghiero Vespucci, con oltre 1100 studenti. Il furgone è da ieri sotto sequestro. «Un bel guaio – commenta amareggiato Raffaele Ciuffreda, il dirigente scolastico –. Per noi l’automezzo è indispensabile: abbiamo tre sedi, ciascuna dotata di cucine a cui dobbiamo far pervenire le derrate alimentari per le esercitazioni quotidiane degli allievi. Siamo bloccati, anche per i servizi di ristorazione che prepariamo per l’esterno. Così ha voluto l’agenzia del Comune. Ma anche la Provincia ci sta mettendo in difficoltà: come si fa a scaricare sulle scuole persino le spese per collegarci a Internet? Questo ormai non è più un lusso. È una necessità a cui insegnanti e studenti non possono più fare a meno nell’organizzazione dell’attività didattica».
La vicenda del pagamento della tassa rifiuti da parte delle scuole si trascina da anni. Dopo anni di confusione nel 2001 il chiarimento: il pagamento della tassa compete le singole scuole, un onere sostenuto grazie a uno specifico rimborso da parte del ministero dell’istruzione. «È una regola nazionale – spiega l’assessore comunale Bruno Simini –,la raccolta rifiuti deve essere pagata da chi li produce. È così per tutti, privati ed enti pubblici. È così per le scuole come per gli ospedali». In effetti dal 2002 le scuole utilizzando i fondi ministeriali hanno cominciato a pagare la Tarsu. Ma non quelle del 2001. Da qui l’intervento dell’istituto dell’Esatri incaricato del recupero crediti per conto del Comune. A farne le spese sono tuttavia le scuole più dotate di risorse, le superiori, appunto, a cui si stanno pignorando gli automezzi, beni mobili che possono essere oggetto di “fermo giudiziario”. «Un bel guaio – dice Gianni Gandola, responsabile provinciale dell’Andis (l’associazione nazionale dirigenti scolastici) –. Non so che cosa potrà capitare ora alle scuole dell’obbligo, le più povere di risorse, che non hanno macchine e furgoni da farsi pignorare. Il problema resta, tanto più che i fondi che ci mettono a disposizione spesso non bastano per coprire queste spese». Il rappresentante dell’Andis ha già chiesto un incontro con i responsabili del Csa (l’ex provveditorato) per valutare la situazione e decidere come ovviare alla crisi che si è aperta. «Alle scuole si continuano a chiedere sacrifici – continua Gandola –. Adesso ci si mette anche la Provincia con il taglio delle spese per Internet. Così alla fine chi paga sono gli studenti e le loro famiglie».


Da segnalare infine una presa di posizione dell’assessore provinciale all’Istruzione Giansandro Barzaghi: «La ragione del parziale mancato pagamento da parte delle scuole - ha detto - sta nel fatto che i rimborsi per la Tarsu da parte del Miur o non vengono dati, oppure vengono pagati con gravi ritardi». Nessun accenno invece sul taglio delle spese per Internet deciso appunto dalla Provincia.

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