Scuola, torna il maestro unico «Sono a rischio settemila posti»

Sindacati pronti allo sciopero contro il decreto Gelmini: «In piazza per difendere il tempo pieno»

La scuola milanese e il maestro unico. Quali sono le prospettive, soprattutto in relazione al tempo pieno che in città coinvolge ormai la quasi totalità delle classi? Cresce il timore che questo tipo di servizio scolastico a Milano sia a rischio.
Le organizzazioni sindacali della scuola hanno già fatto i calcoli di previsione dell’applicazione dell’articolo 4 del decreto legge Gelmini sul ritorno a un insegnante solo per classe: nel giro di pochi anni, l’organico provinciale di diritto (quello determinato per legge) in pratica si dimezzerebbe, passando da 14.800 insegnanti a 7.200. Come è possibile, allora, conciliare tagli così drastici con un servizio scolastico a tempo pieno? Poiché il provvedimento dovrebbe andare in vigore, sia pur gradualmente, sin dal prossimo anno scolastico, le scuole sono già fin d’ora sul piede di guerra.
Si intensificano le assemblee di protesta e alcune organizzazioni sindacali già parlano di sciopero. La preoccupazione di fondo riguarda appunto il tempo pieno. «Come sarà possibile – si chiede Attilio Paparazzo, responsabile della Cgil scuola - salvaguardare questo importantissimo modello didattico che, con i suoi risultati analizzati dalla pedagogia internazionale, ci colloca al quinto posto al mondo? E come si potrà nello stesso tempo pensare di sostenere le esigenze legate al lavoro delle famiglie, con l’inserimento nel decreto legge della frase: “che i regolamenti terranno conto delle esigenze delle famiglie per una più ampia articolazione del tempo scuola” con un unico docente impegnato solo ad insegnare per 24 ore? Stiamo dando in mano ai docenti e ai genitori i documenti necessari per capire che cosa sta succedendo. Presto ci faremo sentire».
Il ministro Mariastella Gelmini, come è noto, si è impegnata non solo a mantenere il tempo pieno, ma addirittura, coi risparmi dei tagli, ad aumentarlo del 50 per cento. Ma Rita Frigerio, responsabile della Cisl scuola osserva: «Se la Gelmini non dice bugie deve chiedere che al momento della conversione in legge del suo decreto venga ripristinata la norma che prevede esplicitamente il tempo pieno così come si attua a Milano, vale a dire due insegnanti per classe. Già qualche anno fa si cercò di smontare questo sistema, ma insegnanti e genitori si ribellarono in massa. Siamo pronti a tornare a lottare».
Una questione su cui nutrono perplessità anche le associazioni professionali che fanno riferimento ad un’area politica vicina alla maggioranza come Diesse, didattica e innovazione scolastica Disal, dirigenti scuole autonome e libere, e Foe, federazione opere educative. In un documento diffuso ieri si legge: «Chiediamo che le soluzioni adottate per il rinnovamento della scuola non generino scontri e contese, ma guardino al bene comune ed ai bisogni reali, valorizzando le migliori esperienze. Così la questione del maestro unico sollevata dal decreto legge Gelmini va affrontata senza ostilità pregiudiziali e ponendo attenzione alla realtà.


La scuola primaria (o elementare) è stata punto di eccellenza del sistema formativo del nostro Paese, ben prima dell’ingresso della organizzazione didattica per moduli, grazie alla capacità e generosità di generazioni di maestri, di direttori didattici e di famiglie attente ai beni primari dei loro figli: l’educazione e la cultura di base».

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