Scuole chiuse per troppi giorni, ricorsi in vista

In Lombardia si tornerà dietro ai banchi l’11 settembre

Augusto Pozzoli

Ultimi giorni di scuola: sabato 10 giugno in tutta Italia finiscono le lezioni. E intanto è pronto il calendario del prossimo anno scolastico che, come è noto, varia da regione a regione: a Milano e Lombardia si tornerà sui banchi di scuola dopo le vacanze estive l’11 settembre. Si avvia così a conclusione un anno scolastico che in molti casi ha costretto le scuole a fare i salti mortali per raggiungere un minimo di 200 giorni di lezione previsti dalla legge. Soprattutto alle superiori. Soprattutto negli istituti coinvolti dal solito rito autunnale di occupazioni e autogestioni, situazioni che, a parte gli incidenti e i danni provocati (si ricordano in particolare i casi di due prestigiosi licei classici milanesi, il Berchet e il Parini), hanno di fatto pesantemente ridotto i giorni destinati all’attività didattica. Se a questo si aggiunge il fatto che gli stessi istituti dovevano cedere le aule per trasformarle in seggi elettorali per due volte in poco più di un mese a Milano, per le consultazioni politiche prima e per quelle amministrative poi, non c’è da stupirsi se in alcuni casi non sia stato rispettato il periodo minimo da assicurare per svolgere i programmi di studio. Un handicap grave per lo svolgimento di una normale attività didattica, un inconveniente che, secondo gli esperti di diritto scolastico, potrebbe persino dar luogo a tentativi di rivalsa da parte di qualche famiglia che si vedrà i figli bocciati e che quindi avrà a disposizione un elemento di illegittimità per contestare i giudizi finali. Chi paga comunque la riduzione del numero dei giorni di lezione sono soprattutto gli istituti professionali dove le lezioni sono già state sospese per consentire lo svolgimento degli esami di qualifica. Si è cercato di posticipare al massimo l’inizio delle prove, ma già dalla scorsa settimana tutti i professionali hanno dovuto sospendere le lezioni in tutte le classi che avrebbero dovuto affrontare gli esami di qualifica. «In queste condizioni – protesta Annamaria Indimineo, dirigente dell’istituto Kandinsky – siamo stati costretti a fissare il calendario delle prove mattino e pomeriggio. Per evitare la perdita di altri giorni di lezione, non potevamo permettercelo». Le scuole, insomma, sono costrette a tappe forzate per tutti gli adempimenti previsti per chiudere l’anno scolastico: a parte gli esami di qualifica nei professionali, si devono assicurare agli studenti dei licei e degli altri indirizzi tecnici delle superiori un numero adeguato di compiti in classe e interrogazioni. Per questo anche questi ultimi giorni di scuola saranno in genere assai impegnativi soprattutto per quegli studenti che devono cercare di rimediare in extremis al rischio di vedersi in pagella dei debiti formativi se non addirittura una bocciatura.

L’affannosa conclusione di quest’anno scolastico ripropone dunque la necessità di risolvere le due questioni che hanno creato le difficoltà per assicurare un regolare svolgimento dell’attività didattica: il blocco delle lezioni per via delle agitazioni studentesche e l’utilizzo delle scuole per lo svolgimento delle elezioni. Se ne parla da anni, ma la soluzione a questi problemi è stata sempre rinviata, Un’inadempienza che quest’anno si sta pagando troppo cara.

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