Federica Artina
Il suono dello stile balla al passo della gente comune. Della gente che ogni giorno consuma le suole delle scarpe semplicemente... vivendo. Eccolo il ritmo targato Bata. Per due giorni ha invaso il cuore della capitale universale della moda, Milano: un weekend rosso come il rosso del marchio che da oltre 120 anni veste i piedi di donne, uomini e bambini di tutto il mondo e cerca di farlo fornendo prodotti di qualità sempre maggiore a un prezzo che sia accessibile al maggior numero di persone possibile. «The sound of style», è stato il mantra della due giorni a Palazzo Mezzanotte. Un sound che porti benessere e comfort. E se Bata fosse una canzone, conferma Matthew Cook (presidente di Developed Markets, International Franchising and AW LAB) sarebbe Happy di Pharrel Williams, «perché infonde quel senso di allegria, apertura e ottimismo che è il modo in cui noi vogliamo vedere il mondo».
La due giorni meneghina ha richiamato personalità provenienti da tutto il mondo, dai vertici global dell'azienda, a celebrities, modelli, editors e bloggers. Ma anche tante persone comuni, il pubblico di Bata, i clienti che abitualmente entrano nei loro store. «Il nostro obiettivo è rendere il Bata Fashion Weekend un evento globale aperto al pubblico, che ci renda in grado di coinvolgere persone diverse e fargli comprendere la nostra direzione» aveva ribadito Thomas Archer Bata, Chief Marketing Officer del gruppo. Obiettivo raggiunto grazie a fashion show, mostre dedicate alle calzature, performance musicali, workshop e anche un corner per farsi personalizzare le calzature al momento.
Nell'epoca della perfezione iconica a portata di smartphone la scelta di Bata, che per volume di scarpe vendute è il primo marchio al mondo, si differenzia drasticamente: nessun testimonial di grido nelle campagne pubblicitarie e nemmeno nella sfilata che ha incantato Milano, ma persone come tutte, prese dalla strada o meglio dalla vita di tutti i giorni. Non solo: durante il fashion show di sabato 28 aprile in passerella ha sfilato anche Nidhim Kochhar, un bodybuilder professionista a cui fu amputato un piede dopo un incidente in moto. «Il nostro brand crede nel sentirsi belli per quelli che si è, nell'essere sempre se stessi e nello stare bene con se stessi spiega ancora Cook La personalità dei nostri clienti per noi è più importante di ogni stereotipo, vogliamo dire una volta per tutte no a photoshop e sì alla bellezza della realtà in quanto tale».
Un enorme e coerente bagno di verità, dunque, lontano dagli stereotipi ma sempre vicinissimo ai trend, allo stile, alla qualità e al design. Senza dimenticare l'artigianato, la formazione e le opportunità per i giovani. Il weekend milanese è stata infatti anche l'occasione per presentare il lavoro di giovani designer provenienti dalla Scuola d'Arte, Architettura e Design di Praga (UMPRUM) e dal Politecnico Calzaturiero di Padova che si sono cimentati - in collaborazione con il produttore italiano di scarpe di lusso Kalliste e l'azienda di cristalli cecoslovacca Preciosa in un contest ad hoc. Le due vincitrici, Tereza Kanyzova e Celeste Andrea Beggio, avranno il privilegio di vedere prodotti i loro modelli che saranno venduti in edizione limitata in selezionati negozi Bata in tutto il mondo.
E l'Italia? Come conferma Matthew Cook, il nostro Paese è il secondo mercato a livello mondiale per l'azienda. «Un mercato al quale guardiamo sempre, dal 1989 quando sbarcammo con il primo negozio, con grande attenzione. È nostra intenzione potenziare sempre maggiormente il made in Italy, soprattutto per quanto riguarda i prodotti in pelle. La stessa tecnologia innovativa B-flex, una straordinaria combinazione di tecnologia, design e comfort, è nata proprio da uno studio sviluppato in Italia».
Tutto questo dunque fino a qui. Ma la moda si sa, non è fatta di presente ma sempre e già di futuro. «E infatti noi pensiamo già ai prossimi 120 anni sorride ancora Cook ma senza mai snaturare le nostre linee guida, dunque con l'obiettivo di dare scarpe di qualità alle persone, a più persone possibile, e di farle sentire bene.
Che sia indossando un paio di tacchi o entrando semplicemente in un nostro negozio, dove la shopping experience deve sempre essere centrata sull'attenzione al cliente».Batti le mani se sai cos'è per te la felicità, canta Pharrell. E se puoi farlo sentendoti a tuo agio a partire dalle scarpe che indossi, tanto meglio.
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