Se il Pdl (assenteista) ora scende dal Suv...

Alla Camera la maggioranza è stata battuta su una leg­ge comunitaria. Il problema non è politi­co. Al momento del voto oltre 50 deputa­ti di Pdl e Lega erano assenti. Una vergo­gna, coi tempi che corrono. BLOG C'era una volta la lobby dell'auto / P. Bonora

Se il Pdl (assenteista) 
ora scende dal Suv...

Oggi il Consiglio dei ministri che vara la manovra economica, do­mani il consiglio nazionale del Pdl che, almeno nelle intenzio­ni, dovrebbe cambiare la faccia del par­tito con la nomina di Angelino Alfano a segretario unico. Ma la vigilia è turbata da un incidente alla Camera dove la maggioranza è stata battuta su una leg­ge comunitaria. Il problema non è politi­co. Al momento del voto oltre 50 deputa­ti di Pdl e Lega erano assenti. Una vergo­gna, coi tempi che corrono. Gli onorevo­li hanno appena ottenuto di essere ri­sparmiati nei loro assurdi privilegi dai tagli di Tremonti, che almeno onorino la cospicua diaria. È dura stare ore in Parlamento a schiacciare bottoni? Può essere, ma è più dura stare in fabbrica, in ufficio, giocarsi il reddito (e la pensio­ne) sui risultati del proprio lavoro. Dico­no che Berlusconi sia fuori dalla grazia di Dio.

Mi preoccupa di più che lo siano gli elettori, stufi di fare figuracce e di sen­tirsi sbertucciati in diretta tv dai Bersani di turno. Cicchitto, capo dei deputati, è una Penelope all’incontrario. Passa le notti a tessere una tela che troppo spes­so al mattino qualcuno si premura di di­sfare. È vero che di politico non c’è nul­la, che la maggioranza i numeri li ha e che incidenti simili sono capitati a tutti. Ma quanto ci costa questa irresponsabi­­lità, sia in termini economici (i lavori del parlamento rallentano e quindi si prolungano) sia elettorali? Tutto questo accade in un momento non facile.

C’è la manovra,e il centrode­stra potrebbe trovarsi nella non facile si­tuazione, se le voci delle ultime ore sa­ranno confermate, di far digerire al suo pubblico l’aumento della tassa su auto potenti e Suv (i macchinoni simbolo del­la borghesia rampante) e quella sulle transazioni finanziarie. Per carità, sul primo punto nulla di drammatico. Chi può permettersi auto più o meno inutili da decine di migliaia di euro non mori­rà per il balzello. Ma certo la cosa non era nei patti e a ragione, se dovesse an­dare in porto, non attirerà simpatie. A mettere un po’ d’ordine, da doma­ni, dovrebbe pensarci Angelino Alfano. Nella stessa sala congressi che poco più di un anno fa vide consumarsi lo strap­po di Fini («Che fai, mi cacci?»), il Pdl muove il suo primo passo di emancipa­zione dal padre fondatore.

Un segreta­rio unico e un congresso (a settembre) sono una svolta epocale per il partito­non partito che negli ultimi 18 anni ha monopolizzato la scena

politica. Fini è sparito dalla scena politica, Berlusconi rilancia. I fatti hanno dato ragione a chi non pianse per la perdita. Il nemico era in casa. Oggi il Pdl è più libero, dimostri di saper sfruttare l’occasione.

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