Seduti in terra per ascoltare la storia di Genova

Seduti in terra per ascoltare la storia di Genova

Seduti sul pavimento di marmo calpestato (nel XIII secolo) dal primo doge di Genova Simon Boccanegra, appollaiati sulla balaustra che cingeva il trono o stretti tra le statue dedicate alla Giustizia e alla Fortezza, simboli della Superba di un tempo che fu. Genova è accorsa in massa al richiamo della propria storia per ripercorrere insieme allo studioso Franco Cardini le origini, la genesi stessa della città. Lunedì, infatti, le sale del Maggior consiglio e del Minor consiglio (nella quale è stato installato un maxi schermo) fin dalle 20,30 avevano esaurito tutti i posti a sedere. Pochi rinunciano e tornano a casa. Per gli altri non resta che riempire ogni spazio disponibile in attesa che alle 21 inizi lo spettacolo, anzi la lezione di storia. «Gli anni di Genova» s'intitola infatti il ciclo di incontri organizzato dalla Fondazione Edoardo Garrone e dalla casa editrice Laterza in collaborazione col Comune di Genova e con la Fondazione Palazzo Ducale. Nove incontri che ripercorreranno fino al 15 febbraio gli eventi che hanno segnato le vicenda della città fino all'interventismo della prima guerra mondiale. A Cardini, docente e studioso di medievalistica all'Università di Firenze, il compito lunedì di aprire il sipario sulla storia della Superba davanti a un pubblico rimasto per due ore silenzioso. Forse col fiato sospeso nel caso di Vincenzo Matteucci, presidente del Mil (Movimento indipendentista ligure). Un incontro che ha appassionato fin dalla introduzione di Laura Sicignano («Come ha letto bene», non si trattengono i coniugi Pittaluga che nonostante l'età si concedono una rara uscita serale) alla presenza di Riccardo Garrone nei panni del padrone di casa insieme al presidente del Ducale, Luca Borzani, a Giuseppe Laterza e all'assessore comunale alla cultura Andrea Ranieri. Insieme a politici come Raffaella Dellabianca (capogruppo Pdl in Comune) e Giordano Bruno (Municipio Medio Ponente), sono presenti personaggi della cultura (Roberta Olcese) e membri dell'economia cittadina rappresentata dal direttore di Confindustria Paolo Corradi e dal vice presidente della Fondazione Carige Pierluigi Vinai che si è laureato con una tesi intonata alla serata: il Santo Graal.
Perché la nascita di Genova, ha spiegato Cardini, è intimamente legata alla prima Crociata che ha visto i genovesi tra i primi ad accorrere all'appello lanciato nel 1095 da Urbano II. Primo atto di una nascente potenza militare e commerciale testimoniato dal Volto di Cristo (Sacro Mandillo) conservato nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, dalle ceneri di San Giovanni Battista (così dice la tradizione) e dal Sacro Catino di San Lorenzo celebrato come reliquia dell'ultima cena e che richiama inevitabilmente il Santo Graal. Ma è il 1099 l'anno della svolta.

Non solo per la conquista di Gerusalemme, quanto perché dietro a queste imprese si organizza una «Compagna Communis» intorno a un ceto dirigente che pone le fondamenta del libero comune, ovvero la Superba che dà appuntamento alla prossima puntata, lunedì prossimo alle 21, con «Genova nel mondo: il trattato di Ninfeo».

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