Il senatore e il giornale bloccato Spunta l'audio delle pressioni

Gentile, pupillo di Angelino, nega il pressing sull'editore dell'Ora della Calabria per fermare un articolo scomodo: "Querelo tutti". Il direttore insiste: tutto registrato

Il senatore e il giornale bloccato Spunta l'audio delle pressioni

Cosenza - L'avvocato Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino (Ncd), è indagato dalla Procura di Cosenza con l'accusa di abuso d'ufficio, falso ideologico, truffa ed associazione per delinquere.
La notizia ha potuto darla ieri anche L'Ora della Calabria. Il quotidiano diretto da Luciano Regolo era pronto ad offrirla ai suoi lettori già mercoledì, ma quel numero non aveva mai visto la luce. Bloccato prima dalle pressioni ricevute per impedire la pubblicazione di alcuni articoli, poi da un improvviso guasto notturno alle rotative di proprietà di Umberto De Rose, ex presidente di Confindustria Calabria. L'uomo che aveva invano tentato di ottenere fossero cestinati i pezzi in cui si parlava dell'inchiesta sull'Asl bruzia: un fiume di denaro secondo i pm finito nel mare degli incarichi esterni affidati con criteri discrezionali dal direttore generale Gianfranco Scarpelli, anch'egli indagato e adesso temporaneamente interdetto dai pubblici uffici. Tra i beneficiari, per la Procura, pure Andrea Gentile. Era a lui e al padre, lider maximo degli alfaniani in Calabria ed in predicato di divenire sottosegretario alla Giustizia nel governo Renzi, che De Rose voleva evitare l'onta mediatica, ammonendo quelli dell'Ora a fare attenzione, perché «il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti»? Non ha dubbi Regolo, che le ingerenze le aveva già denunciate, con nomi e cognomi, in conferenza stampa. «Lo stampatore s'è posto, ed ha cercato di imporsi, come mediatore di Gentile», ha ripetuto anche ieri ai tanti che lo hanno cercato per manifestargli solidarietà. «Martedì sera – ha rincarato la dose l'editore del quotidiano calabrese, Alfredo Citrigno - De Rose mi ha chiamato per consigliarmi di non dare notizia dell'indagine a carico del figlio del senatore Gentile, precisandomi che, da sue fonti certe, gli altri giornali non l'avrebbero pubblicata. Ho deciso di non cedere a quelle richieste e di stare dalla parte dei miei giornalisti».
Dopo lo stop forzato, L'Ora è tornata nelle edicole. Dando conto dei legami tra il dg interdetto ed il senatore, nelle cronache indicato come «il sostenitore più forte delle politiche di risanamento della sanità cosentina avviate da Scarpelli». Lo stesso che avrebbe poi elargito incarichi ad un avvocato, Nicola Gaetano, che stando agli atti di indagine resi noti dal quotidiano calabro sarebbe entrato nel mirino degli inquirenti perché sospettato di «aver agito per ottenere per sé il maggior numero di affidamenti e pilotare gli ulteriori affidamenti verso legali amici», tra i quali Andrea Gentile.
Il parlamentare, estraneo all'inchiesta, affida il suo punto di vista ad una breve nota: «Si tratta di vicende assurde che ledono il mio onore e la mia reputazione. Ho dato mandato ai miei legali di proporre querela nei confronti di quanti, senza alcun elemento né contraddittorio, mi hanno accusato di essere il responsabile di una storia incredibile, alla quale sono totalmente estraneo». Intanto, De Rose smentisce di averne mai speso il nome nelle telefonate intercorse con l'editore e il direttore del foglio calabrese.

«Resto in attesa che la Procura mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l'indagine sul conto di suo figlio», ribatte Regolo, pronto a mettere sul tavolo le registrazioni dei famigerati colloqui.
Al momento, però, i magistrati non si sono fatti sentire. E i nastri dell'Oragate restano in cassaforte.

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