Belgrado - Gravi incidenti, con decine di feriti, hanno segnato oggi il gay pride di Belgrado, il primo della storia della Serbia. Centinaia di persone hanno partecipato alla marcia del gay pride, che si è svolta pacificamente. Ma intanto, a distanza dal corteo, centinaia di estremisti di destra che si opponevano al pride si sono violentemente scontrati con la polizia che difendeva i manifestanti. Sono almeno 90, di cui dieci sono civili, i feriti nei violenti scontri: due agenti sono stati trasportati in ospedale in gravi condizioni.
Assalto al gay pride Armati di mattoni, bottiglie e fumogeni, gli estremisti si sono scontrati con la polizia prima, durante e dopo il breve corteo del gay pride. I feriti, soprattutto poliziotti, si contano a decine. I teppisti hanno dato anche fuoco a parte della sede del Partito Democratico del presidente serbo Boris Tadic. La polizia ha effettuato numerosi arresti ed è dovuta intervenire con gas lacrimogeni. Alla fine degli scontri, il centro di Belgrado appariva come un campo di battaglia, con segnali stradali divelti, vetrine e finestre infrante, automobili danneggiate, cestini della spazzatura rovesciati, scarpe e felpe perse per strada. Fra i 5mila e i 6mila agenti in assetto anti sommossa, parte dei quali a cavallo, hanno garantito lo svolgimento del gay pride, mentre in cielo volavano gli elicotteri. Gli agenti hanno completamente isolato le strade dove passava la marcia dell’orgoglio omoesessuale che si è svolta senza incidenti.
La manifestazione a Belgrado Al gay pride hanno partecipato centinaia di gay e lesbiche, leader politici serbi ed esponenti stranieri. La marcia dimostra che "la Serbia è una terra di gente libera", ha commentato il ministro per le Minoranze e i diritti umani, Svetozar Ciplic. I gay serbi avevano provato già due volte, senza successo, ad organizzare una marcia. La prima volta, nel 2001, i manifestanti furono aggrediti da una folla di estremisti di destra prima ancora di cominciare e vi furono 40 feriti. L’anno scorso il gay pride fu annullato all’ultimo in seguito ad una serie di minacce. Il gay pride, decisamente osteggiato dalla Chiesa ortodossa, ha profondamente diviso l’opinione pubblica in Serbia.
Ieri migliaia di persone hanno partecipato ad una marcia a Belgrado per chiedere che fosse cancellato. Dragan Markovic, leader del partito Serbia Unita che fa parte della coalizione di governo, aveva dichiarato che sarebbe rimasto a casa con il televisore spento per evitare di assistere alla "vergognosa parata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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